sabato 2 maggio 2015

"The Missing" [recensione]

Nell'articolo precedente ho parlato di The Last Ride, il romanzo di Thomas Eidson da cui è stato tratto il film The Missing.
Bene, credo che entrambe le opere siano la testimonianza perfetta del rapporto che dovrebbero avere i romanzi con i loro corrispettivi cinematografici.
Diretto da Ron Howard e scritto da Ken Kaufman, The Missing prende dal romanzo di Eidson gli elementi essenziali della storia e la trasforma in un prodotto molto più idoneo al genere e coinvolgente per il pubblico cinefilo.
Con le sue oltre due ore di durata, The Missing completa The Last Ride (che nelle edizioni successive al 2003 prenderà il titolo del film) e si offre come uno dei migliori western degli ultimi vent’anni.
La trama è per grandi linee quella stessa del romanzo: Samuel Jones torna dalla figlia Maggie, che aveva abbandonato quando lei era piccola; nelle poche ore che l’uomo sta al ranch, la nipote Lily viene rapita da una banda di Apache che commerciano in donne con i messicani e Maggie è costretta a chiedere l’aiuto del padre per poter inseguire gli indiani e liberare la figlia. Howard però la riempie di azione trasformandola nella classica caccia all’uomo western. Ad aiutarlo c’è un cast eccezionale non solo per i nomi ma anche per la bravura: Tommy Lee Jones è assolutamente perfetto nella parte di Samuel Jones, il padre mezzo indiano di Maggie, che è interpretata da una stratosferica Cate Blanchett (purtroppo rovinata dalla voce della doppiatrice, secondo me assolutamente inadatta) che praticamente prende sulle sue spalle l’intero film dimostrandosi di una bravura eccezionale particolarmente nei cambi di umore e nelle scene più drammatiche, come quelle quando si confronta col padre; poi c’è Dot, interpretata da Jenna Boyd, e pur non essendo il suo personaggio molto approfondito, la piccola riesce quasi ad eccellere in una parte non facile, all’opposto della sorella più grande Lily (Evan Rachel Wood) che invece non ha molto spazio, limitandosi alla parte della prigioniera-salvata e a un breve guizzo andato poi male. Nel cast ci sono anche un imbolsito Val Kilmer, nella parte di un comandante di cavalleria, e Aaron Eckhart, nella parte del compagno di Maggie.
Gli indiani sono tornati a essere cattivi e crudeli, guidati da uno stregone/brujo (Eric Schweig) che non è molto diverso dalla sua controparte letteraria, e circondato da bianchi rinnegati che si sono uniti alla sua banda.


Ron Howard, come dicevo, rende il rapporto padre/figlia molto diverso da come fa Eidson nel suo romanzo, minimizzandolo in favore dell’azione e ridimensionandolo in un astio più o meno forte rispetto all’odio sordo della Maggie letteraria. Jones è più chiacchierone e anche il suo rapporto con la nipotina è meno nascosto. In più, il fortissimo contrasto di fede che nel romanzo è il cardine della storia, nel film è liquidato in un paio di brevi scene. Tutto quindi si gioca sul ritmo della caccia e dell’inseguimento, con la nostra protagonista incazzata nera per tutto il film e ben lontana dal classico “gentil sesso”, visto che spara e cavalca come un uomo.
Il film è uno sforzo fisico non indifferente per gli attori in quanto interamente girato in esterni impervi e incredibili condizioni ambientali. I paesaggi sono i più vari, magnificamente ripresi dal regista e altrettanto fotografati da Salvatore Totino che riesce a trasmettere le varie atmosfere con una fotografia gelida nelle scene crepuscolari e notturne e calda in quelle più d’azione sotto il sole. Si va dalle pianure innevate alle foreste spettrali, dal deserto roccioso alle montagne dove gli Apache si rifugiano e nascondono le loro prigioniere.
Nonostante su internet si leggano recensioni negative e lo stesso film al botteghino non sia stato proprio un successo, secondo me The Missing è un eccellente western e di sicuro uno dei migliori western recenti. Il mio consiglio è di leggere prima il libro e poi di guardare il film: nel loro caso si tratta, come dicevo all’inizio, di un ottimo storytelling libro/cinema: il film rende visivo il libro e ne completa la storia, senza rovinare nulla ma anzi offrendo qualcosa di originale pur rimanendo saldamente ancorato all’opera originale. Andrebbe visto anche solo per il buon vecchio Tommy Lee Jones - da sempre appassionato di western - che qui è calato in una parte assolutamente tagliata su misura, che lui riempie in modo impeccabile, e per vedere la splendida Cate Blanchett in un ruolo inedito per lei (è il suo primo e, finora, unico western) ma interpretato in modo magistrale. Fantastica la scena in cui lei grida “FUERA! FUERA!” agli indiani che la assediano.

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