tag:blogger.com,1999:blog-54469117544444090392024-03-16T02:11:41.162+01:00Western CampfireMarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.comBlogger232125tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-625429904687930782024-01-31T14:07:00.000+01:002024-01-31T14:07:26.692+01:00"Il cammino del morto" di Larry McMurtry per Einaudi!<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQLmTU9uL0xSckTea_CKnKa3HNM0O05ZSzkrNhEkpyD_NHzU8H7G_LO4p0Hxase3qlm6GRPhBGHxHsGkH8VT-2eHmLmsRE-WN9bsglBf664dbFvW1O8SjrSAFjLsQUSqe9ExyjKnPU_KbBh-4w-3iBfuncCTKg_Cs6uYaclzwYJpttfCijG20w9DYpgiU/s672/ilcamminodelmorto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="672" data-original-width="424" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQLmTU9uL0xSckTea_CKnKa3HNM0O05ZSzkrNhEkpyD_NHzU8H7G_LO4p0Hxase3qlm6GRPhBGHxHsGkH8VT-2eHmLmsRE-WN9bsglBf664dbFvW1O8SjrSAFjLsQUSqe9ExyjKnPU_KbBh-4w-3iBfuncCTKg_Cs6uYaclzwYJpttfCijG20w9DYpgiU/w253-h400/ilcamminodelmorto.jpg" width="253" /></a></div>Con enorme sorpresa degli appassionati di letteratura western, procede la cavalcata della Einaudi nella pubblicazione dei romanzi di frontiera di uno dei più grandi scrittori americani: <b>Larry McMurtry</b>. Dopo aver riproposto nel 2017, in nuova traduzione e cura, a trent'anni dalla prima e ultima volta, il capolavoro immortale <i>Lonesome Dove</i>, e dopo il relativo seguito <i>Le strade di Laredo</i> del 2018, stavolta è il turno di <b><i>Il cammino del morto</i></b>, che narra la giovinezza dei protagonisti degli altri due romanzi, Woodrow McCall and Augustus McCrae, quando si arruolano nei Texas Rangers nel periodo in cui Comanche e Apache erano inarrestabili nei territori del sudovest americano.<p></p><p>Ecco cosa recita la sinossi del libro:</p><i>Una distesa insieme maestosa e spietata, dove né il viaggiatore ben armato né il bisonte più robusto sanno per certo se arriveranno a sera: ecco l'Ovest americano alla metà dell'Ottocento. Gus e Call – l'avventato e il giudizioso, il fanfarone e il taciturno, il donnaiolo e il riluttante – sono come il giorno e la notte, ma hanno una cosa in comune: tanta voglia di avventura. Perché, allora, non entrare nei Texas Ranger? Tutti sono stati giovani, anche gli induriti cowboy protagonisti di "Lonesome Dove": questa è la storia di come tutto ebbe inizio. Tutti sono stati giovani, anche Gus e Call, gli induriti venditori di bestiame protagonisti di "Lonesome Dove". A quell'epoca, gli anni Quaranta dell'Ottocento, le praterie a ovest di San Antonio erano ancora selvagge e dominate dagli indiani. Dunque chi meglio di due ragazzi sbandati e un po' ingenui per rimpolpare la compagnia di Texas Ranger in partenza per El Paso? Un fucile, un cavallo, la promessa di una paga e si va. Ma in giro c'è Buffalo Hump, l'abile e brutale capo comanche, e il battesimo della strada si celebra con il sangue. La vita in città è senz'altro più sicura, ma anche più noiosa. Ecco, quindi, che Gus e Call si rimettono in viaggio unendosi a una spedizione per la conquista di Santa Fe, florida città del New Mexico. A guidarli c'è un ex pirata che della terraferma non si intende molto. È un male, perché stavolta la lista dei pericoli è davvero lunga: ai Comanche con la passione degli scalpi si aggiungono Apache amanti delle torture, messicani più combattivi del previsto e una natura inospitale fatta di orsi inferociti, fiumi in piena e siccità estrema, che mostra il suo lato peggiore nel famigerato «cammino del morto». A partire sono in duecento, ma non tutti faranno ritorno. "Il cammino del morto" fa parte della quadrilogia del West che ha reso celebre McMurtry: pubblicato dopo "Lonesome Dove" e "Le strade di Laredo", è il prequel che racconta come tutto ebbe inizio.</i><div><br /></div><div>Si tratta quindi di un prequel di <i>Lonesome Dove</i> e di <i>Le strade di Laredo</i>, pubblicato nel 1995 dopo questi ultimi (1985 e 1993 rispettivamente). A questo punto è quasi certo che Einaudi completerà la quadrilogia, pubblicando poi (chissà tra quanto tempo) il sequel del prequel, ossia <i>Comanche Moon</i>, che è stato l'ultimo della serie scritto da McMurtry ma che cronologicamente si colloca tra <i>Il cammino del morto</i> e <i>Lonesome Dove</i>.</div><div><br /></div><div>Intanto, comunque, godiamoci quest'altro tassello, che non è affatto roba da poco!</div><div><br /></div><div><b><i>Il cammino del morto</i></b> farà parte della collana Supercoralli e uscirà il 27 febbraio.</div>MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-66845939709400149752024-01-30T11:31:00.003+01:002024-01-30T11:32:17.491+01:00"Tu sei vendetta": romanzo western-horror di Stefano Rossi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJX_MuxdIn5Otqm3knyI-FpDLzwPPqbGoHcPmKcp5C8S5ZXjpHmHUL8sNEEkDWGsV7vYkDnlyEGZq8CkXtBryBUs6AaElGqYbZHOulOfNjzoqt6iXKdnp20H0fS10vJ9c0Iy62mDtGc1s6vgPkN1mERxzecwrHENOuhA22iMf-4qy49LKBPZNelfb_QUA/s1000/tuseivendetta.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="625" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJX_MuxdIn5Otqm3knyI-FpDLzwPPqbGoHcPmKcp5C8S5ZXjpHmHUL8sNEEkDWGsV7vYkDnlyEGZq8CkXtBryBUs6AaElGqYbZHOulOfNjzoqt6iXKdnp20H0fS10vJ9c0Iy62mDtGc1s6vgPkN1mERxzecwrHENOuhA22iMf-4qy49LKBPZNelfb_QUA/w250-h400/tuseivendetta.jpg" width="250" /></a></div>L’altro giorno, cercando nuovi romanzi o racconti western-horror, mi sono imbattuto in questo libretto molto carino, recentemente scritto e pubblicato da un italiano: <i><b>Tu sei vendetta</b></i>. Preso al volo anche grazie al prezzo popolarissimo (appena 10 euro), si è rivelato una lettura piacevolissima e ricca di divertimento, il che non è mai scontato per un lavoro di questo sottogenere così bistrattato. <br />La trama lineare e semplice è quella di un bandito, Will Wydel, e la sua banda, che vogliono cercare la salvezza in Messico mentre un marshal federale, Ben Dagget, gli dà una caccia che definire spietata è poco. Ed è così che nasce e si sviluppa un inseguimento che per la prima metà del romanzo è un western puro e solo quando la banda Wydel arriva quasi in Messico tutto si trasforma in un vero e proprio inferno aprendo il portone (del forte) all’horror a piene mani! <br />L’autore, <b>Stefano Rossi</b> (che fa parte di un gruppo chiamato <i>gli scapestrati</i>), scrive benissimo e sa rievocare molto bene l’atmosfera del West (sebbene con almeno un paio di errori da matita blu) ma non del West “normale” bensì di una frontiera spietatissima, feroce, violenta ben oltre lo splatter, con personaggi totalmente cattivi (difficile trovare sfumature anche soltanto grigie, nemmeno tra quelli che dovrebbero essere i “buoni”) e una continua propensione al movimento e all’azione spettacolare, con anche l’aggiunta di un po’ di magia nera quando si arriva alla parte più prettamente horror. Sembra che la visione western di Rossi sia molto vicina a quella di Luca Barbieri, quindi sicuramente il suo è un West dark, nerissimo, e poi a parte arriva l’horror, ma la base del suo western “classico” è quella più tendente ad uno spietato realismo, senza poetica alcuna, un’atmosfera dove tutto, non solo il cielo, è plumbeo. E quindi il sangue scorre e piove (letteralmente), le torture sono all’ordine della pagina, mutilazioni, teste che esplodono, impiccati che non muoiono fanno capolino spesso e volentieri. Insomma, un West durissimo, che tra l’altro si giova di una scrittura evocativa ma non (come accade nel 99% degli scrittori italiani) inutilmente barocca. <br />Sono davvero felicissimo di aver scoperto questo piccolo romanzo e di essermelo goduto proprio come ci si gode un ottimo B-movie (a differenza di tanti, io non uso “B-movie” in senso dispregiativo, anzi…). Sono felice perché nel mare del nulla di questo genere (perlomeno in italiano) <i>Tu sei vendetta</i> trova legittimamente e meritatamente il suo posto. <div><br /></div><div><b>Dove trovarlo:</b> <i>Tu sei vendetta</i> si trova <a href="https://www.amazon.it/Tu-sei-Vendetta-Stefano-Rossi/dp/B0CNGGXB4P/ref=sr_1_1?crid=596MSHPS3DLP&keywords=tu+sei+vendetta&qid=1706610572&sprefix=%2Caps%2C110&sr=8-1" target="_blank">solo cartaceo e solo su Amazon</a>.</div>MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-10782991959861542632023-11-26T15:26:00.000+01:002023-11-26T15:26:09.216+01:00Il calendario western 2024 di Farwest.it!<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK78RSX8xs2t54eMDmrT-EX4m2BelS3ADIaSh5hwDhugS8r3KQBJISf_56U2fCQXP5RAXyFMDke5yysROEA58oXOK3VwOBCVcj2P8ZPGskUcHQDfobWFkXrFVWF4fK6UHL8evMRAa8zrbF5Wyxl3I9l8TDBnhJ4HOsqupfHSgF7NfaIDAa2B7pYK0X19k/s1600/covercale24.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1131" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjK78RSX8xs2t54eMDmrT-EX4m2BelS3ADIaSh5hwDhugS8r3KQBJISf_56U2fCQXP5RAXyFMDke5yysROEA58oXOK3VwOBCVcj2P8ZPGskUcHQDfobWFkXrFVWF4fK6UHL8evMRAa8zrbF5Wyxl3I9l8TDBnhJ4HOsqupfHSgF7NfaIDAa2B7pYK0X19k/w283-h400/covercale24.jpeg" width="283" /></a></div>Carissimi <i>frontiermen</i>, anche quest'anno il mitico portale <b>Farwest.it</b>, gestito da <b>Sergio Mura</b>, si fa in quattro per farvi e farci un enorme regalo natalizio: il <b>calendario western 2024</b>! Da un'idea di Mura e la realizzazione grafica del sottoscritto, nascono dodici bei fogli formato A4, uno per ogni mese naturalmente, ognuno impreziosito da una bellissima illustrazione a tema far West, più una copertina (come è giusto che sia anche per i calendari e non solo per i libri)!<br />E siccome noi di Farwest.it non lasciamo nulla al caso, abbiamo approntato per voi una doppia versione del calendario 2024: una per la stampa <i>homemade </i>e una, con i segni di taglio, per la stampa (e il ritaglio) professionale in tipografia (dove potete anche scegliere, eventualmente, un tipo di carta diverso da quello di un comune foglio da fotocopia). Inoltre, essendo in formato A4, il calendario 2024 è facilmente "convertibile" in formato A5 (più piccolo) senza nessun particolare problema di qualità nella stampa né di proporzioni.<p></p><p>Il calendario western 2024 di Farwest.it è <b>scaricabile gratuitamente</b> dal sito, al link <a href="https://www.farwest.it/?p=35242">https://www.farwest.it/?p=35242</a></p><p>Buon download e buona stampa!</p>MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-66703122979487434812023-11-19T17:31:00.000+01:002023-11-19T17:31:15.376+01:00[Segnalazione] Due nuovi lavori di Domenico Rizzi<p>Nel breve corso di un mese e mezzo, due nuovi lavori dello storico e romanziere <b>Domenico Rizzi</b>, conosciuto ormai da tutti gli studiosi e gli appassionati di storia del West, sono usciti in libreria: si tratta di un saggio e di una raccolta di racconti, entrambi pubblicati dall'editore Parallelo45.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAoYYuEFssw0MhX2lA6C78tXddx0qk9nwuRS9mpv5_RBPwKUoLp6Cy5ckR74Yb0u44UIkUYk3MGJMvBn-LOVyO4TVURJ7WUEGb8_FyUp2mZDCU_nQCGHLuM5LIG90Uzh64tAV9ATK9LB63_gR-dbM_MBgYlAYsRd461zeO2ifTaKPmmkGKSZBDuiiEI3w/s800/cavallopazzorizzi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="553" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAoYYuEFssw0MhX2lA6C78tXddx0qk9nwuRS9mpv5_RBPwKUoLp6Cy5ckR74Yb0u44UIkUYk3MGJMvBn-LOVyO4TVURJ7WUEGb8_FyUp2mZDCU_nQCGHLuM5LIG90Uzh64tAV9ATK9LB63_gR-dbM_MBgYlAYsRd461zeO2ifTaKPmmkGKSZBDuiiEI3w/w276-h400/cavallopazzorizzi.jpg" width="276" /></a></div>Il saggio si intitola <b><i>Cavallo Pazzo. L'uomo, la storia, il mito</i></b> ed è, ovviamente, una biografia del celebre quanto misterioso guerriero Oglala, visto più dal lato della sua vita privata che da quello - più comunemente conosciuto - delle sue imprese di guerra (per un'intervista all'autore vi collego all'articolo a firma dell'ottimo Sergio Mura, che come sempre non se ne fa scappare una: <a href="https://www.farwest.it/?p=34998" target="_blank">link</a>). La sinossi recita:<p></p><p><i>La storia di Cavallo Pazzo come non è stata mai raccontata, con la scoperta delle sue debolezze, delle intemperanze e di un anticonformismo spinto all’eccesso che gli impedì di diventare ufficialmente il capo di una nazione. Trascinatore di uomini, ribelle alle convenzioni e convinto di dover obbedire ad un infausto destino che gli era già stato rivelato dagli spiriti, il fiero combattente degli Oglala fu tra i pochi a rendersi conto della minaccia rappresentata dai Bianchi e ad adottare una nuova concezione della guerra. Finiti i tempi in cui i Sioux si misuravano sul campo con i Crow, gli Shoshone, gli Assiniboine e i Pawnee per vantarsi dei propri successi, era iniziata l’era in cui occorreva uccidere il maggior numero possibile di avversari per arginare l’avanzata dei Wasichu, la gente dalla pelle chiara che intendeva impossessarsi delle terre occidentali: un sogno praticamente impossibile, che poneva poche migliaia di Indiani difronte a milioni di emigranti e colonizzatori. Ma la vita di Cavallo Pazzo non si svolse soltanto sui campi di battaglia, dove il suo ardore soffocava i tormenti interiori per non essere riuscito a sposare la donna amata, avere perso una figlia ancora bambina, un fratello e gli amici più cari. A tale crucci si aggiungeva la desolante immagine della disgregazione dei Teton o Lakota e perfino una spaccatura in seno alla sua stessa tribù, gli Oglala, divisi da invidie e rancori e incapaci di fare fronte comune contro l’Uomo Bianco. Il vero Cavallo Pazzo, celebrato soprattutto per la vittoria di Little Big Horn contro il generale Custer aveva ben poco di quanto hanno narrato decine di pubblicazioni quasi sempre incentrate sullo scontro fra Americani e nativi. Combattente per anni contro tribù nemiche, non ricoprì mai cariche politiche né incarichi militari di rilievo, diventando suo malgrado un leader di fatto dei guerrieri più determinati e coraggiosi. Quando si arrese ai vincitori nel 1877, dovette difendersi sia dalla diffidenza dei Bianchi che dalla gelosia e dalle insinuazioni della propria gente, che lo spinsero all’ultimo fatale gesto di ribellione. La sua morte lo trasformò in un mito, che la gigantesca scultura in lavora- zione da anni in una montagna del South Dakota intende perpetuare quale simbolo intramontabile dei fieri abitatori delle Grandi Pianure.</i></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2YNp4mxsTTkciboB6SWdefy-l048F7WgjZCR8UffRkSGPuTZiV-G1Alncur-eCoZuCKWFlnZpPoxkBBAzAENIbqnwmtFlRl7ROgy14jxMIl06HoiMSLbifI9A89gH1myGGW6Nzm5o2Pdlk3SLfOssOTcsrQ1ck3AOMsfyuqsfPlWAYK3L-3yGq6cdIbQ/s800/ilcuoreelasfida.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="553" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2YNp4mxsTTkciboB6SWdefy-l048F7WgjZCR8UffRkSGPuTZiV-G1Alncur-eCoZuCKWFlnZpPoxkBBAzAENIbqnwmtFlRl7ROgy14jxMIl06HoiMSLbifI9A89gH1myGGW6Nzm5o2Pdlk3SLfOssOTcsrQ1ck3AOMsfyuqsfPlWAYK3L-3yGq6cdIbQ/w276-h400/ilcuoreelasfida.jpg" width="276" /></a></div>Il libro di narrativa, invece, è una raccolta di racconti western ed è intitolato <b><i>Il cuore e la sfida. Storie e racconti di un'epopea</i></b> e contiene cinque storie della Frontiera, nel classico stile di Rizzi, quindi con un'ampia gamma di personaggi e di motivazioni. La sinossi riporta:<p></p><p><i>Una guida di carovane con un oscuro passato, contesa da due ragazze gelose; un caporale afro-americano disprezzato da un’aristocratica del Sud, moglie del suo comandante; un vicesceriffo federale innamorato della prigioniera che deve condurre a processo per omicidio; un uomo in cerca di una sorella rapita dai Cheyenne che si imbatte in una squaw della stessa tribù. Sono le trame dei racconti “La ragazza della carovana”, “Buffalo Soldier” e “Donna cheyenne”. Invece “La faida di Shawnee Fork” riporta ad una feroce contesa fra allevatori per l’utilizzo dell’unico corso d’acqua della regione, destinata ad un inevitabile scontro armato, che sarà ancora una volta una donna ad interrompere prima che sfoci in tragedia. Il quinto racconto, “Il cuore e la sfida”, che dà il titolo all’intera antologia, rientra fra i classici della tradizione western, quel- lo dei pistoleri che si guadagnano da vivere uccidendo. Questa volta però, ci si trova di fronte ad un gunman pentito, che tenterà invano di rifarsi una vita più tranquilla con una bella ragazza messicana, prima che gli eventi lo spingano ad impugnare nuovamente le sue Colt, per riprendere la pericolosa esistenza di un tempo fino alle sue fatali conseguenze. Un libro che racconta il West della realtà, lasciando da parte la leggenda alimentata da cinema, letteratura e fumetti. Non ci sono eroi in queste cinque storie, ma piuttosto persone segnate dalla sorte, uomini innamorati di una donna o all’inseguimento di un sogno quasi impossibile e ragazze che si ribellano alle convenzioni e all’etica imperante del momento, sfidando la propria famiglia. Gli Indiani appaiono talvolta come vittime, ma anche come spietati incursori; i soldati dalla pelle nera obbediscono al loro ineluttabile destino, sperando in un giorno in cui saranno riscattati dalla misera con- dizione in cui versano; le donne relegate in un ruolo subordinato ai padri-padroni riusciranno a spuntarla, contrapponendo l’amore all’odio che ha diviso le loro famiglie in lotta. La pacificazione delle terre selvagge passa anche attraverso questi protagonisti dei quali la storia ufficiale non fa menzione, lasciando alle infinite invenzioni della leggenda il compito di narrarne le gesta.</i></p><p>Entrambi i libri sono già disponibili in tutti gli store online.</p><p>Un applauso al grande Domenico Rizzi con l'augurio che questi altri tasselli della sua ampia bibliografia raccolgano l'interesse che meritano.</p>MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-28247661076338339802023-11-10T14:25:00.004+01:002023-11-10T14:25:52.086+01:00"Butcher's Crossing": il secondo western di Nicolas Cage [recensione]<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXcBMm0UmRJ5u9APgdo8rXiH5WPvVShGKcLBseFmd47MIXJKbg6lTwXHG0EJ9OlE-DjBp1IYVxBzuy4FFkFzsy9cigRS9Zi62n2vk2qrJw8a8Z7Ro0nUjhbuS4gvfxwqDe4sLy1jpyhOxinVg_yCFke0KvDhitJHFHfO0vy1DNZwLADBlgarBIAhcoIjQ/s1000/butcherscrossing.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="675" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXcBMm0UmRJ5u9APgdo8rXiH5WPvVShGKcLBseFmd47MIXJKbg6lTwXHG0EJ9OlE-DjBp1IYVxBzuy4FFkFzsy9cigRS9Zi62n2vk2qrJw8a8Z7Ro0nUjhbuS4gvfxwqDe4sLy1jpyhOxinVg_yCFke0KvDhitJHFHfO0vy1DNZwLADBlgarBIAhcoIjQ/w270-h400/butcherscrossing.jpg" width="270" /></a></div>Finalmente, dopo almeno una mezza dozzina di anni in cui se ne è parlato e in cui nel frattempo è stato prodotto, esce (in lingua originale e in streaming) quello che era considerato “il secondo western in contemporanea di Nicolas Cage” (in contemporanea perché girato insieme a <i>The Old Way</i>, uscito mi sembra ad inizio di quest’anno) e cioè <b><i>Butcher’s Crossing</i></b>. Questo western è tratto dall’omonimo romanzo (in Italia edito da Fazi e, recentemente, da Mondadori) di John Williams, che ho letto anni fa e che (purtroppo) non ricordo bene (il che non mi permette di fare paragoni con il film, quindi mi limiterò ad esprimere le mie opinioni solo sulla visione del lungometraggio) se non per il fatto che, sostanzialmente, non aveva trama. E proprio questa caratteristica è stata presa pari pari dal regista Gabe Polsky e dagli sceneggiatori per portare su schermo questa storia ambientata nel mondo dei cacciatori di bisonti intorno al 1875. E come si fa, senza una trama, ad arrivare a riempire 100 minuti di pellicola? Semplice: si allunga il brodo. L’introduzione del personaggio principale (il ragazzo proveniente dall’Est) all’interno del gruppo di cacciatori di bisonti (il cui capo è Miller, cioè Nic Cage) è velocissima e subito si viene trasportati nel viaggio di questo piccolo <i>team</i> (composto da quattro uomini in totale) attraverso le praterie del Kansas fino alle montagne del Colorado, dove troveranno un’enorme mandria di bisonti da sterminare. Poco a poco, tra bivacchi e il passare del tempo, si snoda gran parte del film che è principalmente composta da scene di sparo ai poveri animali (con relativa scuoiatura) e scene di tensione davanti al fuoco da campo, con Miller che – folle – vuole ammazzare tutti i bisonti dell’immensa mandria e Fred, uno degli scuoiatori, che vuole tornare indietro prima di rimanere bloccati dalla neve. Cosa che accadrà, con una inevitabile quanto fiacchissima escalation di violenza, fino al disgelo e al ritorno in Kansas, dove a Miller e al ragazzo si rivelerà una brutta sorpresa.<br /><i>Butcher’s Crossing</i> è un western lento, monotono, con due soli tipi di scena inframmezzati dal punto di vista del ragazzo (con flashback e ricordi spiattellati a mo’ di sogni) e del “trauma” che pare subire alla vista di un insensato sterminio. Un ottimo Cage però non fa propriamente rimpiangere la visione che, anche se ripetitiva, alla fine – sul filo del rasoio – regge alla noia. Un aiuto è dato dalla splendida fotografia, limpidissima, che incornicia gli spettacolari paesaggi del West insieme ad alcune belle sequenze con i bisonti in stile <i>Balla coi lupi</i>.MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-30845637868472782452023-07-19T11:27:00.004+02:002023-07-19T11:27:52.332+02:00Il "Piccolo prontuario del vecchio West" su Tex!<p>Grazie al preziosissimo aiuto di <b>Luca Barbieri</b> e alla penna del leggendario <b>Graziano Frediani</b>, il <b><i>Piccolo prontuario del vecchio West</i></b> ha ricevuto una segnalazione nientemeno che su un albo di TEX, l'immortale ranger del fumetto che da 75 anni cavalca nelle edicole italiane pubblicato dalla Sergio Bonelli Editore. Nello specifico si tratta dell'albo "La mandria" della collana Tex Classic, numero 164, uscito il 16 giugno.</p><p>I miei enormi ringraziamenti vanno dunque a Luca, a Graziano, e alla Sergio Bonelli Editore, per l'onore che mi è stato concesso per la seconda volta (la prima è stata con la segnalazione del mio primo libro, <i>Piombo, polvere e sangue</i>, alla fine del 2016).</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMbvGdXj_rREMC-b0mnvjXxlIhJgw4DNUq5WLPUf4H68xdqaUQpLaI5Ld9FgRrDyKtjgNWOrshoQXKLbeerLBsmtKxUEyws2XOtgBlUWM825KKNTbrAeoqzCzWagl7Q5kkw-XTWy7QCHEsIPuUdaI10QsBzRAeCOTJ4oL2vb1zJmjnqG8wvHZTBh_n3GQ/s1074/WhatsApp%20Image%202023-07-19%20at%2011.12.52.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1074" data-original-width="865" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMbvGdXj_rREMC-b0mnvjXxlIhJgw4DNUq5WLPUf4H68xdqaUQpLaI5Ld9FgRrDyKtjgNWOrshoQXKLbeerLBsmtKxUEyws2XOtgBlUWM825KKNTbrAeoqzCzWagl7Q5kkw-XTWy7QCHEsIPuUdaI10QsBzRAeCOTJ4oL2vb1zJmjnqG8wvHZTBh_n3GQ/w323-h400/WhatsApp%20Image%202023-07-19%20at%2011.12.52.jpeg" width="323" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtpvtbcqH4Dr7xFh0imtwZRIEouguaqWrpM77vIDufJVXAa0bWflK2Qqg2F5IrWgeNgcPGyxIySrCvbeuvkY9sKXP4RgsNq61quAd5SlH4Quey-jLnYKUbG27qPULd9WxgRfezvPTR-SfkuLvQDTiihpMhJrfS0oFn12DgcfPb3N44Z_xfuIcRufCP_yQ/s1920/WhatsApp%20Image%202023-07-19%20at%2011.10.13.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1920" data-original-width="1080" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtpvtbcqH4Dr7xFh0imtwZRIEouguaqWrpM77vIDufJVXAa0bWflK2Qqg2F5IrWgeNgcPGyxIySrCvbeuvkY9sKXP4RgsNq61quAd5SlH4Quey-jLnYKUbG27qPULd9WxgRfezvPTR-SfkuLvQDTiihpMhJrfS0oFn12DgcfPb3N44Z_xfuIcRufCP_yQ/w225-h400/WhatsApp%20Image%202023-07-19%20at%2011.10.13.jpeg" width="225" /></a></div><p></p>MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-33727775555255112512023-06-10T11:26:00.004+02:002023-06-21T13:05:21.104+02:00Western prossimamente al cinema e in tv (nuovo articolo)<div>(10 giugno 2023)</div><div><br /></div>Dopo alcuni anni di mancati aggiornamenti riguardo nuovi film e serie tv western in arrivo, o comunque in sviluppo, ripartiamo da qui, con un nuovo articolo che sostituisce il vecchio (ormai decrepito).<br /><br />Saranno molti i nuovi western che arriveranno e che si accoderanno a quelli che negli ultimi anni, in effetti, non sono mancati, essendo il passato lustro forse il periodo più prolifico dopo il boom di trent’anni fa. Nel corso dei prossimi 5 anni circa vedremo dunque tanta bella roba, tra film e serie tv, quanta non se ne vedeva da parecchio. Fa piacere notare che il genere sembra anche stare particolarmente a cuore alle produzioni streaming come Amazon e Netflix, e speriamo sia che questo interesse non sia un fuoco di paglia, sia che i prodotti che arriveranno saranno abbastanza buoni da alzare ancor di più il livello di interesse del pubblico verso quello che è il genere cinematografico per eccellenza. <br /><br /><b><u>Si comincia da quelli già usciti (in rosso scuro le serie tv):</u></b><div><b><br /></b></div><div><b>•</b> <a href="http://westerncampfire.blogspot.com/2021/09/segnalazione-thomas-jane-finalmente-e.html" target="_blank"><b>The Last Son.</b></a> Padre contro figlio, entrambi assassini, in questo western uscito nell'autunno-inverno 2021. Thomas Jane, nei panni di un ufficiale dell'esercito, darà la caccia ai due tagliagole. <i>(film disponibile anche in italiano)</i></div><div><b><br /></b></div><div><b>• Apache Junction.</b> Ancora un western con Thomas Jane (in un ruolo secondario). Una giornalista dell'Est arriva ad Apache Junction, una cittadina di rapinatori e fuorilegge, ed è presa di mira dagli abitanti. Ad aiutarla ci sarà un pistolero misterioso. Poca attrattiva <a href="https://www.youtube.com/watch?v=3Dkmv-YhgCw" target="_blank">a giudicare dal trailer</a>, più che altro sembra un B-movie. Vedremo.</div><div><b><br /></b></div><div><b>• The Old Way.</b> Il primo western di Nicolas Cage (una storia di vendetta) <a href="http://westerncampfire.blogspot.com/2021/09/segnalazione-da-0-2-con-un-colpo-solo.html" target="_blank">di cui abbiamo già parlato</a>.</div><div><b><br /></b></div><div><b>• Old Henry.</b> Questo film è stato positivamente recensito dalla critica. Henry (Tim Blake Nelson) vive in una fattoria con il figlio e dà aiuto ad uno straniero che porta con sè un mucchio di soldi. Quando una posse arriva alla ricerca di quest'ultimo, Henry dovrà decidere se fidarsi dello straniero o dei suoi inseguitori. Il <a href="https://www.youtube.com/watch?v=BZc4PVVd-0w" target="_blank">trailer</a> dà un chiaro esempio del perchè delle critiche positive, sebbene non è mai buona cosa avere alte aspettative di un film vedendone solo il trailer. Tuttavia Nelson sembra davvero in parte e insomma c'è ottimismo nell'attesa di vederlo anche da noi. <i>(film disponibile anche in italiano)</i> <br /><br /><b>• Morto per un dollaro</b>. Il nuovo film del grande regista Walter Hill, da sempre fissato con il western, uscito a fine dell'anno scorso (2022) ha avuto un discreto successo di critica. Effettivamente non è un capolavoro e nemmeno gli si avvicina, anche se nel cast ci sono attori del calibro di Christoph Waltz, Willem Dafoe e Rachel Brosnahan, ma sembra più una produzione indipendente che il film di un mitico regista. <i>(film disponibile anche in italiano)</i></div><div><b><br /></b></div><div><b>• Butcher’s Crossing</b>, il western tratto dall’omonimo romanzo di John Williams e il secondo consecutivo con Nicholas Cage protagonista, è già uscito in visione in alcuni festival ma non ha ancora una data di distribuzione. Comunque è finito, montato e bell’e pronto, si attende solo di sapere quando potremo vederlo anche noi comuni mortali. Si presume entro l’anno in corso (2023). <br /><br /><b><span style="color: #cc0000;">• Walker: Independence</span></b> è il prequel del remake/reboot di <i>Walker Texas Ranger</i> (<a href="https://westerncampfire.blogspot.com/2022/09/segnalazione-ancora-una-serie-tv.html" target="_blank">l’ho annunciato tempo fa</a>) incentrato su un’antenata di Cordell Walker (interpretata da quel raggio di sole che è Katherine McNamara) e di cui è uscita (negli USA), a cavallo tra 2022 e 2023, l’intera prima stagione. Sembra sia stato rinnovato per una seconda. <br /><br /><b><span style="color: #cc0000;">• Django</span></b> è il “remake”, sotto forma di serie tv, dell’omonimo film del 1966 che è una pietra miliare dello spaghetti western. L’unica stagione è uscita da qualche mese anche in italiano e a giudicare dalle critiche è andata male, nonostante un cast internazionale (tra cui nientemeno che Noomi Rapace). Ma la produzione e la regia, che sono italiane, <a href="https://westerncampfire.blogspot.com/2022/09/segnalazione-lennesimo-ritorno-di.html" target="_blank">avevo scommesso che non avrebbero portato a nulla di buono</a>. Io non l’ho ancora vista, ma già non avevo aspettative alte, figuriamoci dopo aver appreso essersi rivelata un mezzo flop… <br /><br /><b>• The Last Manhunt</b>, uscito in inglese, è un altro western di qualche mese fa, una specie di remake di <i>Ucciderò Willie Kid</i> e dove tra i protagonisti spicca Jason Momoa. <br /><br /><b>• Organ Trail</b> è un western-horror recentissimo (ovviamente in lingua inglese), incentrato su una ragazza che per colpa di una banda di assassini rimane sola lungo la pista dell’Oregon e decide di sfidare la natura per recuperare un cavallo rubato. <br /><br /><b>• Two Sinners and a Mule</b>, una commedia western con Cam Gigandet, Chantelle Albers e Hannah James dove due prostitute si imbattono in un cacciatore di taglie mezzo morto e decidono di aiutarlo a catturare un ricercato in cambio di metà della taglia. Imdb non è per niente gentile con il voto, in compenso il personaggio in locandina sembra Tex Willer (cappello a parte).</div><div><br /></div><div><br /></div><div><b><u>Film in attesa di rilascio entro l'anno 2023 o oltre:</u></b> <br /><br /><b>• Place of Bones</b>, in uscita nel corso del 2023, sembra promettere molto bene, anche in virtù del cast (Heather Graham e Tom Hopper): una donna pioniera e sua figlia bloccate nella loro fattoria da una banda di tagliagole. Speriamo solo <a href="https://westerncampfire.blogspot.com/2022/07/terror-on-prairie-2022-ossia-il-western.html" target="_blank">non si riveli un nuovo <i>Terror on the Prairie</i></a>. <br /><br /><b>• Horizon</b>, l’enorme progetto western di Kevin Costner costituito da tre film, è attualmente in fase di riprese per quanto riguarda le parti due e tre, mentre la prima dovrebbe uscire in autunno. Si tratta di un affresco della storia del West costituito dai quindici anni successivi alla Guerra Civile e dovrebbe durare, in totale, una dozzina di ore. Costner ne è regista, produttore e attore e il cast enorme è da vero e proprio kolossal: Sienna Miller, Sam Worthington, Luke Wilson, Thomas Haden Church, Isabelle Fuhrman, Ella Hunt, Jamie Campbell Bower, Michael Rooker, Jena Malone. <br /><br /><b>• The Thicket</b> è il western tratto dall’omonimo romanzo di Joe Lansdale (in italiano <i>La foresta</i>, edito da Einaudi) e previsto per l’autunno 2023. Un ragazzino accompagnato da un eterogeneo gruppo di uomini si inoltra in una terra desolata per salvare la sorella rapita dai banditi guidati dalla cattiva Juliette Lewis nei panni di Cut Throat Bill. <br /><br /><b>• Rust</b>, balzato alle cronache per il tragico incidente in cui la direttrice della fotografia rimase uccisa da un proiettile sparato dall’attore protagonista Alec Baldwin, dovrebbe vedere la luce a breve, forse nel corso del 2023. <br /><br /><b><span style="color: #cc0000;">• American Primeval</span></b> sarà una serie tv di sei puntate incentrata sui primi anni della conquista del West (probabilmente intorno agli anni 40-50 del XIX secolo) ed è prevista come una rappresentazione assai cruda e violenta della Frontiera. Nel cast ci saranno Taylor Kitsch e la meravigliosa biondona Betty Gilpin, che qui sarebbe al suo primo western. Produce Netflix. <br /><br /><b><span style="color: #cc0000;">• Outrider</span></b> è una serie tv di cui si sa ben poco a parte che l’inedito protagonista sarà Arnold Schwarzenegger e che la produzione sarà targata Amazon. Si presume che sarà un western (il primo <i>vero</i> western di AS in carriera) perché la trama parla di un marshal federale a caccia di un “leggendario fuorilegge”. <br /><br /><b><span style="color: #cc0000;">• The Abandons</span></b>, altra produzione Netflix, è un’altra serie tv western di cui si sa poco, anche se in teoria dovrebbe già essere se non pronta, quasi. Con Lena Headey tra i protagonisti, <i>The Abandons</i> tratterà un periodo un po’ ignorato dalla cinematografia, ovvero gli anni 50 del XIX e le migrazioni dei pionieri verso l’Oregon. In questo caso un gruppo di famiglie si riunirà compatto per reagire ai soprusi dei “padreterni” che non gli permettono di prendere possesso delle terre.</div><div><br /></div><div><b><span style="color: #cc0000;">• 1883: The Bass Reeves Story</span></b> parrebbe essere uno spinoff, in sette episodi, dell’acclamato <i>1883</i>, che a sua volta è il prequel dell’altrettanto acclamato <i>Yellowstone</i>, che a sua volta è il sequel del recente <i>1932</i>, che quindi è il sequel di <i>1883</i>. Tutto questo giro per dire che questo nuovo pezzo del puzzle non c’entra niente con <i>1883 </i>(è infatti uno spinoff, anche se non capisco quale possa essere il collegamento, visto che Sam Bass non è mai nemmeno apparso in <i>1883</i>) e sarà invece incentrato sulla figura realmente esistita di Bass Reeves, un marshal federale molto attivo in Oklahoma quasi alla fine dell’Ottocento. Nel cast ci sarà il grande Dennis Quaid e la serie tv parrebbe essere ormai cosa fatta e prevista entro la fine dell’anno (2023). <br /><br /><b>• Dead Man’s Hand</b> è previsto entro quest’anno (2023) e sembra essere un western vecchia maniera con un pistolero e un uomo di legge che si alleano per combattere un barone del bestiame. Nel cast il poliedrico Stephen Dorff nella parte del cattivo. <br /><br /><b>• Il Mucchio Selvaggio (The Wild Bunch)</b> rimane ancora nel limbo del <i>boh</i>. Si sa che il progetto è in mano a Mel Gibson e che nel cast dovrebbero esserci Michael Fassbender e Jamie Foxx ma null’altro sembra trapelare, tantomeno una data di uscita. <br /><br /><b>• Blood Meridian</b>, il film tratto dal romanzo di Cormac McCarthy, adesso sembra aver trovato finalmente l’avvio, dopo almeno 20 anni di progetti falliti e passati di mano in mano (Tommy Lee Jones, Ridley Scott, James Franco). Adesso le riprese sono state affidate a John Hillcoat e forse è la volta buona che vedremo il Giudice, lo Spretato e il Ragazzo in carne e ossa. <br /><br /><b>• The Dead Don’t Hurt</b> sarà la seconda regia di Viggo Mortensen, un western dove una donna franco-canadese allaccia una relazione (extraconiugale?) con un immigrato danese interpretato dallo stesso Mortensen. Poiché il film è in post-produzione, sembra chiaro che prima o poi lo vedremo uscire. <br /><br /><b>• The Redeemer</b> è un altro western al femminile dove una donna incinta e sua suocera indiana vengono rapite e devono cercare di salvarsi, mentre il marito di quest’ultima insieme al figlio proveranno a loro volta a portarle in salvo. Nel cast Brandon Routh, già Superman e Dylan Dog e qui al suo primo western. <br /><br /><b>• The Last Train to Fortune</b> è un western in post-produzione, su un professore che perde il treno e si fa scortare a destinazione da un bandito, con cui legherà nel corso del viaggio e dei vari pericoli che dovranno superare. Nel cast Malcolm McDowell e James Paxton. <br /><br /><b>• Outlaw Posse</b> è un altro western in post-produzione, diretto e interpretato da Mario Van Peebles, che racconta la storia di un tizio (lo stesso Van Peebles) in cerca di una miniera d’oro nel Montana ma che viene inseguito da un altro tizio la cui avidità lo porta a seminare la sua pista di morti. Nel cast anche Whoopi Goldberg (primo western anche per lei). <br /><br /><b><span style="color: #cc0000;">• The Magnificent Seven</span></b>, ennesimo remake dell’omonimo e vecchissimo film, ma in versione serie tv. Anche se più che un remake sarà un reboot, che vedrà una storia diversa da quella classica: un fuorilegge che riunisce sei uomini per difendere un gruppo di coloni del Texas dai soprusi di un barone del bestiame. Essendo il progetto solo annunciato, probabilmente nel corso dei prossimi mesi usciranno altri dettagli. La serie tv sarà prodotta da Amazon e coprodotta e sceneggiata da Nick Pizzolatto, già autore dell’acclamato <i>True Detective</i>. <br /><br /><b><span>• Kate Warne</span></b>, film biopic sull’omonima donna spia, prima agente femmina dell’agenzia Pinkerton durante gli anni della Guerra Civile. Alla produzione ci sarà Dwayne Johnson mentre per il ruolo della protagonista è stata scelta Emily Blunt, fresca del bellissimo telefilm western <i>The English</i>.<br /><br /><b>•</b> Altri progetti spiccioli in produzione o in sviluppo sono <b>una serie tv remake</b> (ancora!!!) di <i>Butch Cassidy e Sundance Kid</i>, il <b>terzo episodio della serie Young Guns</b> (che recupera gran parte del cast originale) e, ben più importante, <b>due western di Steven Spielberg</b>, di cui non si sa assolutamente nulla se non che sono nei progetti in sviluppo del regista americano, da sempre desideroso di realizzare un western, genere che manca nella sua lunghissima e ricchissima carriera.<div><br /><br /><b><u>Film rimasti nel limbo da tempo immemore e di cui non si sa (più) nulla:</u></b><br /><br /><b>• The Brigands of Rattlecreek</b>. Western diretto da Park Chan-Wook che si prevede violentissimo, scritto da Craig Zahler (regista e sceneggiatore di <i>Bone Tomahawk</i>), con (forse) Matthew McConaughey e prodotto da Amazon. Un dottore e uno sceriffo in cerca di vendetta nei confronti di una banda che terrorizza gli abitanti di un villaggio. Non si sa in che stato sia il film, l'avevamo lasciato in fase di casting.</div><div><b><br /></b></div><div><b>• Doc</b>. Ancora una riproposizione cinematografica della sparatoria all'OK Corral ma dal punto di vista di Doc Holliday, qui interpretato da Jeremy Renner. Film in sviluppo e senza una data d'uscita, nemmeno indicativa.<br /><br /><b>• Far Bright Star</b>. Storia (tratta dal romanzo omonimo di Robert Olmstead) di un gruppo di soldati a cavallo che nel 1916 passano in Messico per dare la caccia a Pancho Villa, ma dovranno affrontare agguati e il deserto. Casey Affleck alla regia e Joaquin Phoenix nel cast. <br /><br /><b>• Wraiths of the Broken Land</b>. Il romanzo western di S. Craig Zahler (anche regista di <i>Bone Tomahawk</i>) diventerà un film diretto da Ridley Scott (al suo primo western). Un gruppo di uomini sconfinerà in Messico per salvare le proprie sorelle, rapite e costrette a prostituirsi. I lavori di Zahler sono sempre molto violenti, quindi dovrebbe venire fuori un film cupo e realistico. Il cast è per adesso sconosciuto, anche perchè il film è ancora in sviluppo.<br /><br /><b>• Cut Throats Nine</b>. Remake dello spaghetti-western spagnolo omonimo del 1972 (conosciuto anche col titolo <i>Condenados a vivir</i> e, inspiegabilmente, mai uscito in Italia). La storia è quella di un sergente di cavalleria che, insieme alla figlia, deve scortare nove fuorilegge attraverso impervi territori; ovviamente il compito dell'ufficiale è quello di tenere la figlia al sicuro e portare i banditi a destinazione, ma anche di trovare l'assassino di sua moglie, che è uno dei nove banditi. Anche qui tutto immobile riguardo il cast, ma si parla(va) di Harvey Keitel e Madds Mikkelsen, con Rudrigo Gudino alla regia. L'originale è famoso per essere un cross-over con l'horror, dove non mancano sbudellamenti, smembramenti e sangue a secchiate, e sembra che i produttori vogliano mantenere intatta questa caratteristica anche nel remake.<br /><br /><b>• Boone's Lick</b>. Un western di cui si parla da circa dieci anni, sarebbe l'adattamento dell'omonimo romanzo di Larry McMurtry, in cui una donna parte da Boone's Lick (Missouri) insieme alla figlia e al cognato, per raggiungere Fort Phil Kearny (Wyoming) dove vive e lavora suo marito. Durante il viaggio il cognato si innamora della donna. Al momento tutto è rimasto al cast originario, con Barry Levinson alla regia e Julianne Moore e Tom Hanks nel ruolo dei protagonisti. Con tutta probabilità, se mai il film si farà non saranno questi gli attori e il regista, però per adesso sul film c'è il buio più totale.<br /><br /><b>• Empire of the Summer Moon</b>. Film sui Comanche diretto da Derek Cianfrance e preso dal saggio omonimo di S.C. Gwynne (uscito recentemente sugli Oscar Storia mondadoriani). Null'altro si sa, se non che era stato in precedenza opzionato da Ridley Scott.<br /><br /><b>• Black Belle</b>. Notizia riportata quasi in pompa magna anche dai siti di cinema italiani, perchè la protagonista sarà Zoe Kravitz, figlia del cantante Lenny (vista al cinema con <i>Mad Max: Fury Road</i>). In questo western ambientato dopo la Guerra Civile, Zoe sarà una cacciatrice di taglie alla ricerca dell'assassino di sua madre, ma tutto cambierà quando scoprirà chi è davvero l'omicida... Scritto da Tasha Huo e diretto da Shana Betz, per ora non si sa la data di uscita, ma le riprese dovrebbero cominciare a settembre 2015.<br /><br /><b>• Boone</b>. Nulla si sa di questo western. Dalla tagline, <i>The True Story of America’s Original Serial Killer</i>, posso presumere trattarsi del biopic di Boone Helm, un assassino e cannibale che infestò il West nella prima metà dell’Ottocento.<br /><br /><b>• Unbound Captives</b>. “Dopo l’assassinio del marito e il rapimento dei figli da parte di un gruppo di guerrieri Comanche, una donna coraggiosa parte alla ricerca dei suoi ragazzi, aiutata, nella missione suicida, da un aitante cowboy”. E’ la trama di questo travagliato, sfortunato western. Da anni in studio, mai annunciato e mai entrato in produzione, questo film viaggia nel limbo degli indecisi. Dovrebbe essere il debutto alla regia di Madeline Stowe (che ha sempre detto di avere un debole per i western) e, soprattutto, doveva essere il debutto nel western per Hugh Jackman. Purtroppo però l’attore australiano ha dovuto tirarsene fuori, sia perchè era stufo di aspettare sia per un problema di disponibilità dovuto alle riprese di altri suoi film. Le voci sul cast parlano anche di Rachel Weisz e Robert Pattinson. Chissà se questo western lo vedremo mai...<br /><br /><b>• A Magnificent Death from a Shattered Hand</b>. E’ il progetto western del grande Thomas Jane. Già annunciato da un paio d’anni, tratterà la vicenda di un ex soldato che verrà inseguito senza pietà per aver stuprato e ucciso una donna “perbene”. Durante la fuga incontrerà indiani e donne di malaffare e tenterà di cambiare vita e nascondere il perchè della sua fuga e della sua caccia. Diretto, co-sceneggiato e interpretato dallo stesso Jane, il cast prevede anche Jeremy Irons e Nick Nolte, ma non si sa ancora nulla riguardo la data di uscita.</div></div>MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-28433150657365468162023-05-13T11:15:00.000+02:002023-05-13T11:15:16.870+02:00Recensione del "Piccolo prontuario del vecchio West" su farwest.it<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0qR_7S45IxWPR1jWCfxeo2O19SaOMSmZ6pqTtudhi7S-fRJXv94Etj8B_4GZSqUb7u6Y-pdP75s50oSR8DZ0laXXBTn8jYLX71Ghh23wUk4klQ4ea_4-WFU56t0l8_7xIczvH3-tnK6JunILYlVDRrj0-LtatVq6MsN3lsLKLkdS6JSSPib3GDcCH/s1200/prontuariofront.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="788" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0qR_7S45IxWPR1jWCfxeo2O19SaOMSmZ6pqTtudhi7S-fRJXv94Etj8B_4GZSqUb7u6Y-pdP75s50oSR8DZ0laXXBTn8jYLX71Ghh23wUk4klQ4ea_4-WFU56t0l8_7xIczvH3-tnK6JunILYlVDRrj0-LtatVq6MsN3lsLKLkdS6JSSPib3GDcCH/w263-h400/prontuariofront.jpg" width="263" /></a></div><br />Il grandissimo <b>Domenico Rizzi</b>, studioso e scrittore di storia (e narrativa) del West da molti decenni (altro che il sottoscritto...) ha avuto la bellissima idea di scrivere una lusinghiera recensione al mio <i>Piccolo prontuario del vecchio West</i>, recensione che è stata ospitata, come sempre, su <b>Farwest.it</b>.<p></p><p>Se siete ancora incerti riguardo l'acquisto del libro, beh, questa recensione vi toglierà qualsiasi dubbio. La trovate al link <a href="https://www.farwest.it/?p=34663"><b><span style="color: #cc0000; font-size: medium;">https://www.farwest.it/?p=34663</span></b></a></p>MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-51078309612145204642023-04-17T14:42:00.002+02:002023-04-17T14:42:21.400+02:00Errata corrige per "Piccolo prontuario del vecchio West"<p>Mi scuso per l'errore, ma purtroppo sono cose che succedono, una di quelle sviste che in editoria capitano anche se le rileggi ottomila volte e ottomila volte ce l'hai lì davanti.</p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHha6c518hXlSF6sEsHp-2c9XtCm-_GKFj1N-22jW3G9wmFFRB097PLWq0c1WxUuf5hxalbpEwfoypgZOKwWOjkj39VIBczNflXGpaZ0jNZgHt2j3X47Pf983PKdS4azuDn7yeIe2HlzNygu0kXH7x49fIfi89Co0kfk9NxkR_KwZhhCH2aF5UmR-d/s1464/ec.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1400" data-original-width="1464" height="612" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHha6c518hXlSF6sEsHp-2c9XtCm-_GKFj1N-22jW3G9wmFFRB097PLWq0c1WxUuf5hxalbpEwfoypgZOKwWOjkj39VIBczNflXGpaZ0jNZgHt2j3X47Pf983PKdS4azuDn7yeIe2HlzNygu0kXH7x49fIfi89Co0kfk9NxkR_KwZhhCH2aF5UmR-d/w640-h612/ec.jpg" width="640" /></a></div><br /> <p></p>MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-53641805500934039052023-04-07T13:48:00.000+02:002023-04-07T13:48:41.843+02:00[Segnalazione] Intervista del sottoscritto per Farwest.it!<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIfSty5JCURzMpGNRalkFE4rSlxqa5pvfPWAjAyEjM0-iCC4jDea0T7UeH97y0B5qrNj3HmnKEfbhpA87fpPj3HcFrSFh7DhiP9Lt52H0E1NI73-jYBGahta7F2p-bIwx4foxlTvgQW9q7-RqKMBfhI4-tE03dsLu3RFten3rpYYP0bWJDKV2gVyW3/s1200/prontuariofront.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="788" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIfSty5JCURzMpGNRalkFE4rSlxqa5pvfPWAjAyEjM0-iCC4jDea0T7UeH97y0B5qrNj3HmnKEfbhpA87fpPj3HcFrSFh7DhiP9Lt52H0E1NI73-jYBGahta7F2p-bIwx4foxlTvgQW9q7-RqKMBfhI4-tE03dsLu3RFten3rpYYP0bWJDKV2gVyW3/w131-h200/prontuariofront.jpg" width="131" /></a></div>Appena uscito il mio nuovo libro <b><i>Piccolo prontuario del vecchio West</i></b>, il mitico e geniale <b>Sergio Mura</b>, velocissimo come un pistolero, è riuscito a strapparmi un'intervista che adesso è stata pubblicata su www.farwest.it, insieme ad un generoso "praise", come lo chiamano gli americani, ossia un commento sulla bontà del libro (bontà sua!)!<p></p><p>Trovate l'intervista al link <a href="https://www.farwest.it/?p=34475"><span style="color: red;"><b>https://www.farwest.it/?p=34475</b></span></a> </p>MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-57110836939770791322023-04-06T14:46:00.003+02:002023-04-07T10:36:59.540+02:00Il mio nuovo libro: "Piccolo prontuario del vecchio West" è disponibile!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2-NVC8KrG6FCJmtGa8SrFOImVb5Wfa3NnKw9_cA8Y5XRJGts5bJumcrQW1Wjo5wguoxGbfZe-A17VgLUU3zAj1-mWO41RbnvXZRnNZFiJ8z4dgvgoRMt3tzKUxYot5jPa7Z80vT4oUuUTnyC4CZ4_sbjCB8nla34sxbhyg2rZUZhHOg_n1R_ADX92/s1200/prontuariointera.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="865" data-original-width="1200" height="462" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2-NVC8KrG6FCJmtGa8SrFOImVb5Wfa3NnKw9_cA8Y5XRJGts5bJumcrQW1Wjo5wguoxGbfZe-A17VgLUU3zAj1-mWO41RbnvXZRnNZFiJ8z4dgvgoRMt3tzKUxYot5jPa7Z80vT4oUuUTnyC4CZ4_sbjCB8nla34sxbhyg2rZUZhHOg_n1R_ADX92/w640-h462/prontuariointera.jpg" width="640" /></a></div><br />Carissimi amici di Western Campfire, sono felice di annunciarvi che il mio nuovo libro è appena uscito! Si tratta di un volume un po’ particolare, che ho voluto intitolare <b><i><span style="font-size: medium;">Piccolo prontuario del vecchio West</span></i></b> perché è stato pensato come un manualetto di miscellanea di storia del West utile sia agli scrittori che ai curiosi di questo splendido periodo storico e con lo scopo di poter essere consultato velocemente. <br />È insomma una raccolta di curiosità e di informazioni utili a tutti quelli che vogliono cimentarsi nella scrittura di una storia western e che vogliono farlo inserendo i dettagli corretti, ma anche perfetta da leggere per l’appassionato, che vi troverà, oltre a tre curiosi glossari e un’intera sezione sulle armi da fuoco in uso alla Frontiera, una sequenza di una sessantina di “pepite” di storia per capire come funzionava la vita quotidiana nel West e anche alcune cose che vi successero, con in più alcune illustrazioni, in particolare ritagli di giornali dell’epoca… Non solo, quindi, una lettura comoda e stuzzicante, ma anche veloce e accessibile nelle informazioni: insomma, il <b><i>Piccolo prontuario del vecchio West</i></b> è, per usare un termine moderno, “multitasking”: lo si può utilizzare sia da scrittori che da lettori, a vostro gusto e scelta! Basta non considerarlo un manuale di scrittura creativa: è invece un libro di divulgazione storica, ma non un lavoro storiografico o di ricerca storica, e pertanto, nella sua leggerezza, è privo di note e di bibliografie dettagliate, sebbene non ho certo mancato di elencare le fonti utilizzate e anche quelle consigliate a chi vuole approfondire (le trovate alla fine di ogni parte/sezione).<div>Vi lascio qui di seguito la pagina con l'indice, così potrete capire un po' meglio cosa aspettarvi da questo libro.</div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEij8WBDk9PA-IjAB2vNk2XPJgt98RvxyhUJEvJ8BSKif7_UieEUTYlLodufebIHWH4GEHnmAOHSvEYl17BK-O-SqtY0CNaqvLkX7LN8cmeOJxLyAVCpShz2YhrqHXpUBPp6LiDrcjhUbhZn7b7NtncgqPhntVSfx-rjryvlOSOEBXtT4R4sGpQGxE9x/s1199/prontuario-indice.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1199" data-original-width="785" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEij8WBDk9PA-IjAB2vNk2XPJgt98RvxyhUJEvJ8BSKif7_UieEUTYlLodufebIHWH4GEHnmAOHSvEYl17BK-O-SqtY0CNaqvLkX7LN8cmeOJxLyAVCpShz2YhrqHXpUBPp6LiDrcjhUbhZn7b7NtncgqPhntVSfx-rjryvlOSOEBXtT4R4sGpQGxE9x/w421-h640/prontuario-indice.jpg" width="421" /></a></div>Il <b><i>Piccolo prontuario del vecchio West</i></b> è un libro autopubblicato e non lo troverete nelle librerie o negli store online <b>ma è acquistabile soltanto su Amazon e in formato cartaceo</b>, al <b>prezzo di 14,56 euro</b>. <br /><br />Spero che vi piacerà e vi risulterà una lettura piacevole e interessante! <br /><br />Buon acquisto e buona lettura e grazie a tutti quelli che lo compreranno! <br /><br /><b><span style="color: #2b00fe; font-size: medium;"><a href="https://www.amazon.it/Piccolo-prontuario-del-vecchio-West/dp/B0C1J359F2/ref=sr_1_1?crid=1LR538YQ1XA&keywords=piccolo+prontuario+del+vecchio+west&qid=1680784003&sprefix=%2Caps%2C113&sr=8-1" target="_blank">Link all’acquisto del <i>Piccolo prontuario del vecchio West</i></a></span></b></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br />MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-4045985845988054362023-03-29T20:56:00.000+02:002023-03-29T20:56:50.284+02:00Una collana di libri sui Nativi Americani<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhh-Gn5JxtQ79wrQncDw5hs-mltsJhoyv_f7XFgC2zbPgjwmkYWz0-R6ektmz_wIKomxc_gRB4-TA3XFJbdjL1WoVKeO0s5gafdmt8K1bognRKqOJoCH3fUIs9gYhD4NIG35z-DoNw2sU6tQsFokaQX9Apkhz7Y20rK037iZoIrZkEFw4Q7rQLoBiwF/s1576/cogewea-horz.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="767" data-original-width="1576" height="312" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhh-Gn5JxtQ79wrQncDw5hs-mltsJhoyv_f7XFgC2zbPgjwmkYWz0-R6ektmz_wIKomxc_gRB4-TA3XFJbdjL1WoVKeO0s5gafdmt8K1bognRKqOJoCH3fUIs9gYhD4NIG35z-DoNw2sU6tQsFokaQX9Apkhz7Y20rK037iZoIrZkEFw4Q7rQLoBiwF/w640-h312/cogewea-horz.jpg" width="640" /></a></div><br />Dal nostro amico Cristiano Sacco ci arriva questa segnalazione, dedicata alla realtà di una casa editrice impegnata nella diffusione della cultura e della storia dei popoli indigeni. Ecco cosa ci scrive Cristiano:<p></p><i>Animata dalle sue forti passioni per i Nativi Americani e per la letteratura, una donna straordinaria ha dato vita ad una nuova casa editrice che pubblica libri di diverso genere, ma con una particolare attenzione per i Nativi Americani, la loro storia, le loro attuali condizioni di vita. Lei è Raffaella Milandri: giornalista, scrittrice, antropologa, attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, viaggiatrice, editore e naturalmente studiosa ed esperta di storia ed attualità dei Nativi Americani, al punto tale da essere addirittura adottata dalle tribù Crow (in Montana) e Cherokee (in Louisiana). Raffaella si dedica alla scrittura, alla fotografia e ai reportage, attraverso i quali ha promosso campagne di sensibilizzazione, informazione e divulgazione sul tema dei diritti umani e delle problematiche sociali, anche mediante appelli, petizionI, conferenze, filmati, libri e interviste.<br />La realtà editoriale fondata da Raffaella Milandri è il Gruppo Editoriale Mauna, composto da tre diversi marchi editoriali: Mauna Edizioni, Mauna Kea Edizioni e Mauna Loa Edizioni.<br />“Mauna” è una parola hawaiiana che significa “montagna”, e sia il Mauna Kea che il Mauna Loa sono due vulcani sacri per le popolazioni hawaiiane, che ravvisano nel vulcano la forza della Natura e della Madre Terra. I titoli della Mauna Kea Edizioni sono principalmente dedicati alle culture indigene e ai Nativi Americani. Di particolare valore storico ed antropologico sono alcuni libri scritti da Nativi Americani, finalmente pubblicati in Italia, come “Il mio popolo: i Sioux”, autobiografia di Luther Standing Bear, o il classico “Infanzia indiana”, di Charles Eastman, ma c’è spazio anche per la narrativa, come nel romanzo “Cogewea. La mezzosangue”, di Mourning Dove, o attraverso i racconti di “Old Indian Legends”, di Zitkala-Sa.<br />Si tratta in gran parte di autori nativi finalmente riscoperti e valorizzati come meritano, ma anche la stessa Milandri è autrice di diverse opere. Di notevole interesse è “La mia tribù”, resoconto delle personali esperienze che Raffaella ha vissuto a contatto con la tribù dei Crow, che si mescola alle vicende storiche di questo popolo: un libro in cui passato e presente si coniugano con sapienza. </i><div><i><br /></i></div><div>Il sito dell'editore è <a href="https://maunakeaedizioni.wordpress.com/">https://maunakeaedizioni.wordpress.com/</a></div>MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-40217805287859837122023-03-18T12:09:00.000+01:002023-03-18T12:09:16.069+01:00"The English" (serie tv, 2022) [recensione]<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqOJOWXUDqARY_ZJh6DJCzg8RWLGpuZObS5AprBRk9iXbcj_pFAx-RdGmuxDRNGL-kBqw7O352v-3FftwHp8gY3sC10XeFATSD8ZVb3UvykkEbVZnKW9G8v-euXKk1mpaD31hzbf4tni1o7_4Uu77YSWl6MgwX79fd9GfXsou7MfO3LHrhPnp_yOuH/s1300/theenglish.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1300" data-original-width="975" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqOJOWXUDqARY_ZJh6DJCzg8RWLGpuZObS5AprBRk9iXbcj_pFAx-RdGmuxDRNGL-kBqw7O352v-3FftwHp8gY3sC10XeFATSD8ZVb3UvykkEbVZnKW9G8v-euXKk1mpaD31hzbf4tni1o7_4Uu77YSWl6MgwX79fd9GfXsou7MfO3LHrhPnp_yOuH/w300-h400/theenglish.jpg" width="300" /></a></div>Finalmente una boccata d’aria fresca! Dopo alcune delusioni e mezze delusioni del grande schermo (<i>The Old Way</i>, <i>The Last Son</i>, <i>Terror on the Prairie</i>, <i>Dead for a Dollar</i>) e dopo esserci allontanati dalle mani di produttori, sceneggiatori e registi italiani, ecco che il piccolo schermo è rimasto l’unico a darci soddisfazioni in campo western. Con <b><i>The English</i></b>, mini serie autoconclusiva da 6 episodi (la trovate su Paramount+ dall’8 marzo), il West ci viene raccontato quasi a 360 grandi, e comunque con una panoramica che abbraccia entrambi i mondi: quello bianco e quello rosso, non mancando (specie di sti tempi di moralismo, buonismo e politically correct) di pendere più a favore del secondo. Perché, anche se questi mondi sono rappresentati entrambi bene, questa serie è permeata dal messaggio (tra gli altri) di una cesura netta e insanabile tra anglo (che qui vengono chiamati, indistintamente, “inglesi”) e indiani, sottolineata in particolare da dosi di violenza estrema. <br />Ma di cosa parla <i>The English</i>? In breve, è la storia di una donna inglese (stavolta nel senso che proviene dall’Inghilterra), Cornelia Locke (<b>Emily Blunt</b>), che per via di un trauma subito decide di oltrepassare l’oceano e andare nel West a cercare l’uomo responsabile di quel trauma. Lì incontra un indiano Pawnee, Eli Whipp (<b>Chaske Spencer</b>), ex scout dell’esercito, diviso tra la vita bianca e quella rossa e con (ovviamente) un passato oscuro, che la aiuterà nel suo viaggio dal Kansas al Wyoming. Siamo nel 1890, la civilizzazione è praticamente completata e nel Wyoming infuriano le scaramucce tra proprietari di bestiame grandi e piccoli. Inutile quindi dire che il viaggio sarà costellato di pericoli ma anche di rivelazioni. <br />All’inizio potrebbe essere ostico seguire <i>The English</i>: la trama è quasi del tutto oscura, molto intrecciata, e i dialoghi criptici, a volte apparentemente insensati, più che aiutare a dipanare la matassa la ingrovigliano ancora di più. Solo nel corso degli episodi, di cui uno incentrato sulle vicende passate dei personaggi e su come iniziò la storia, la vicenda si chiarisce, sebbene molti elementi si incastreranno davvero solo con l’ultima puntata. Gli sceneggiatori hanno messo molta carne a fuoco, perché se da una parte ci sono le storie (i percorsi) di Cornelia e Eli, dall’altra ci sono le vicende degli altri personaggi (minori e non minori): strani e brutali furti di bestiame, assassinii e suicidi misteriosi, sciacalli che si fanno la guerra a suon di razzie, indiani che perdono famigliari, e mille altre cose che però, in un modo o nell’altro, convergeranno nella pista di Cornelia e Eli. <br />Secondo il mio parere, al netto della trama che di intuitivo ha ben poco, <i>The English</i> riesce a bilanciare molto bene le parti più d’azione con quelle di rivelazione dei personaggi, per i quali tra l’altro è stato fatto un lavoro egregio: il personaggio interpretato da una sempre maiuscola Emily Blunt non è per niente solo quello di una donna in cerca di vendetta, ma ha sotto uno strato zuppo di vicende e segreti, così come il personaggio di Eli Whipp non è solo quello di un indiano che disprezza i bianchi e cerca solo di raggiungere il Nebraska. <br />È superfluo aggiungere che l’intera sceneggiatura poggia sulle solite critiche alla politica americana sul trattamento degli indiani e su una quantità industriale di messaggi e simbolismi che francamente rinuncio già a priori a voler (cercare di) cogliere (perché francamente mi interessano meno di zero). Tuttavia c’è una spina nel fianco di questa vicenda che in fondo non ammette episodi positivi, o comunque non troppi: qui il West è rappresentato come una terra violentissima, brutale fino alle radici dell’erba, selvaggia nonostante la Frontiera fosse ormai scomparsa. Cornelia e Eli vedranno una quantità enorme di omicidi e torture, le piste sono frequentate da ladri, assassini, profittatori, soldati e cacciatori di scalpi, il sangue scorre a fiumi e ogni passo del cavallo può essere foriero di qualche disgrazia o incidente. Anche gli antagonisti si rivelano misera feccia. <br />Per il resto <i>The English</i> si becca un plauso generale: fotografia maestosa, tutto il telefilm contiene riprese delle sterminate praterie attraversate dai cavalli al galoppo, in una luce che credo i tecnici abbiano voluto più naturale possibile, rendendo il tutto con una impressionante nitidezza (parte della serie tv è stata girata in Spagna, ma non nelle classiche location degli spaghetti western, che sono l’opposto di ciò che cercava il regista e di quello che dovrebbero essere il Wyoming e il Nebraska). Anche scenografie e costumi sono curatissimi, le divise dei soldati, gli abiti, persino il paesucolo nel bel mezzo del nulla ha un fascino incredibile. Un piccolo dubbio mi viene soltanto dalle armi, in particolare da quelle utilizzate da Emily Blunt, ma non ne sono sicuro. Infine, applausi anche per la colonna sonora: fantastica, un sound da puro western modernizzato quel tanto che basta per essere originale e non una scopiazzatura, sebbene è impossibile che non rimandi a qualcosa di già sentito, ma è proprio questo il bello! Tra l’altro, non vorrei dire, ma in molti momenti (per esempio nella sigla e nella scena che conclude la caccia di Cornelia) le musiche mi hanno fatto venire in mente quelle del videogioco “Desperados” (il primo) che purtroppo sono sottovalutatissime ma in realtà hanno un sound western anche migliore di quello di molti film. Parentesi chiusa. <br />In generale, quindi, <i>The English</i> merita assolutamente la visione: ha anche il pregio di essere breve sia nel numero di episodi che nella durata di ciascuno di essi (50 minuti, poco più l’ultimo), anche se però necessita di una certa attenzione. È anche vero che alcune scene di dialoghi e di confronto (in primis quelle tra i due protagonisti) possono sembrare lunghe ed estenuanti (e lo sono) ma nel complesso sono bene amalgamate grazie a quel bilanciamento di cui vi parlavo prima. <br />Evviva finalmente il western, quello fatto bene, quello che non ha manie di grandezza (tipo quella cretinata di <i>That Dirty Black Bag</i>) ma che allo stesso tempo è grande, molto grande.MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-51209615846952325012023-01-27T15:59:00.000+01:002023-01-27T15:59:43.247+01:00[Segnalazione] Sempre Odoya in prima fila: "Verso un manifesto destino" di Roberto Chiavini in uscita!<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi989MNvtOg4nfGcD9wcrHk_OMiz8nctIy-Ir4DccQ9wKUzuxXAfzVGmZ77Cu2z6bdaeG5qY0_r4vg--4tRGAYn3LjHO1HB9kmRr5ZHP9MnaG-L3KhCsQ6cOUsEnWpBXY3Wc3FWv7L6VjDo5c9KJb7P69jRYQ0lYXi0cAwGXV4IN8lZ-aUYAX5tzg7R/s1000/versounmanifestodestino.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="733" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi989MNvtOg4nfGcD9wcrHk_OMiz8nctIy-Ir4DccQ9wKUzuxXAfzVGmZ77Cu2z6bdaeG5qY0_r4vg--4tRGAYn3LjHO1HB9kmRr5ZHP9MnaG-L3KhCsQ6cOUsEnWpBXY3Wc3FWv7L6VjDo5c9KJb7P69jRYQ0lYXi0cAwGXV4IN8lZ-aUYAX5tzg7R/w294-h400/versounmanifestodestino.jpg" width="294" /></a></div>Carissimi lettori, il primo titolo western del 2023 guarda caso viene dalla sempre emerita <b>Odoya</b> che ci propone un testo del saggista <b>Roberto Chiavini</b> intitolato <b><i>Verso un manifesto destino</i></b> con sottotitolo "Storia militare degli Stati Uniti dall'indipendenza alla guerra contro il Messico", che sicuramente è il "prequel" dell'altro saggio di Chiavini, sempre per Odoya, <i>La guerra di Secessione</i>, uscito cinque anni fa. <p></p><p>In questo suo nuovo lavoro, invece, l'autore si sposta decisamente più verso Ovest, come dimostrerebbe il titolo, e già la guerra USA-Messico dovrebbe essere una garanzia (così come lo è l'autore, dottore di ricerca in Storia antica), considerando anche che probabilmente il libro tratterrà anche della battaglia di Alamo nonchè di personaggi legati alla conquista della Frontiera.</p><p>Di seguito la sinossi come mi è giunta direttamente dall'editore:</p><i>Il punto di partenza di tuti i casus belli fu la dottrina Monroe o del destino manifesto, ovvero la concezione che gli USA fossero destinati dalla Provvidenza a espandersi e conquistare l’intero continente. Venne enunciata nel 1823, già dai primi anni del XIX secolo gli Statunitensi si diedero da fare e non solo nel proprio continente: la prima flotta, voluta da Thomas Jefferson in persona, seppe farsi valere nel Mediterraneo durante le Guerre barbaresche (1812). Nel 1813 gli uomini al comando del generale Dearborn misero a ferro e fuoco la città di York, l’attuale Toronto, in un tentativo espansionistico a danno degli inglesi del generale Sheaffe al comando di un contingente esiguo e composto prevalentemente da valorosi nativi. Già, perché se il nemico numero uno restava l’ex madrepatria, la spina nel fianco “in casa” restavano gli "Indiani". Tra questi si stagliò la figura del “generale” Tecumseh della tribù degli Shawnee, figura di riferimento per una coalizione di tribù. Morì sul campo di battaglia lanciando una nota maledizione, il testimone venne raccolto dai combattenti indomiti della guerra Seminole e delle successive Guerre indiane.<br />Dalla mitizzata battaglia di Alamo, picco della "rivoluzione texana", fino alla semidimenticata, ma pregna di conseguenze guerra contro il Messico, preludio a un rapporto di vicinato problematicissimo.<br />Davvero un’America sconosciuta, uno scacchiere alternativo alle guerre Ottocentesche degli Stati Nazione, anni e latitudini ricchissimi di aneddoti e succosi riferimenti storici.</i><p>Il libro sarà disponibile in libreria dal 3 febbraio 2023!</p><p>Roberto Chiavini<br /><b>Verso un manifesto destino<br /></b><i>Storia militare degli Stati Uniti dall'indipendenza alla guerra contro il Messico</i></p><p>208 pagine, brossura, € 16,00.</p>MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-78420049216142470412022-12-08T12:30:00.001+01:002022-12-08T12:31:00.525+01:00"That dirty black bag": di quale ritorno dello spaghetti western stiamo parlando?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHwuRC-DuujIbd5JL5Y7wpQh85j-3llj8TlkrabtDfYqvSAgmthoir4sOwqZeus9S8ON3a8z9pkL6oCjQfxAhgLuxSDwLUSaFPhT1ESb9zMCXTMc00yubylB2xYIw4F1bxu7aOsMQp-r8WKoYSAfp4dg6gBrlkRSNE3tgBPk8f8mKcFQO8d4krUdPj/s1000/thatdirtyblackbag.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="750" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHwuRC-DuujIbd5JL5Y7wpQh85j-3llj8TlkrabtDfYqvSAgmthoir4sOwqZeus9S8ON3a8z9pkL6oCjQfxAhgLuxSDwLUSaFPhT1ESb9zMCXTMc00yubylB2xYIw4F1bxu7aOsMQp-r8WKoYSAfp4dg6gBrlkRSNE3tgBPk8f8mKcFQO8d4krUdPj/w300-h400/thatdirtyblackbag.jpg" width="300" /></a></div>Acclamato come il grande ritorno dello spaghetti western, <b><i>That dirty black bag</i></b> (TDBB) si rivela invece l’ennesima occasione sprecata per fare un buon solido western. Nata da un film indipendente del 2015, <i>Quella sporca sacca nera</i>, diretto da Mauro Aragoni, <i>TDBB </i>si è ritrovata un cast, una co-regia e una co-produzione internazionali ma lasciando allo stesso regista e ad altri autori italiani la sceneggiatura. E si vede. Se la base della vicenda è la ricerca di vendetta da parte di Red Bill (interpretato da Douglas Booth) che ad un certo punto si vede ostacolato dallo sceriffo Arthur McCoy (il bravissimo Dominic Cooper), tutto il resto è pieno di personaggi e vicenducole che girano intorno alla cittadina di Greenvale e che sostanzialmente servono soltanto a fare mucchio, visto che – almeno nella prima stagione, ma ne sono già state pianificate tre – quelle che si concludono (per esempio la sottotrama legata alla tenutaria del bordello, Eve) alla fine della fiera aggiungono nulla al filone principale. Inoltre, visto che noi italiani dobbiamo sempre dimostrare di avercelo più grosso degli altri, si sono volute aggiungere venature mistico-horror del tutto gratuite e incomprensibili (ricorrente è il simbolo dell’occhio, e inoltre si prospetta quello che sembra essere un sacrificio umano) e scene che non portano a niente (che fine hanno fatto le prostitute, compresa Symone diventata una specie di scout per il cattivo? Cosa c’entrava la scena del pastore-macellaio? Se la trama verte sullo scontro tra Red Bill, Bronson e McCoy, cosa cavolo c’entra la faida tra Thompson e il contadino più idiota dell’universo? E la storiellina tra quest’ultimo ed Eve? Se si volevano raccontare queste storie bastava fare un’altra serie tv e chiamarla <i>Greenvale</i>…).<br /> Le uniche cose positive di <i>TDBB</i> sono le scenografie, che riportano le macchine da presa nuovamente nei deserti dell’Almeria spagnola a riprendere quei luoghi che hanno fatto grande il western all’italiana, e, nonostante tutto, un certo ritmo che comunque permette di seguire piacevolmente gli otto episodi di questa prima stagione. Tuttavia, se c’è un’altra cosa in cui <i>TDBB</i> ha fallito completamente è quella dell’atmosfera: non basta girare in Almeria per considerare qualcosa un western all’italiana, perché le sensazioni che trasmettevano gli spaghetti western <b>quelli veri</b> non sono più replicabili e molto probabilmente non lo saranno mai.<br />L’aspetto vergognoso lo lascio per ultimo: una serie tv mezza italiana, pensata e scritta da italiani, con un cast internazionale, ma che non esce in Italia (almeno finora, a circa nove mesi dalla sua trasmissione nei paesi anglofoni), è veramente un’assurdità. Evidentemente “il rilancio dello spaghetti western” (che, ricordiamolo, è per il 90% e più italiano) è solo quando conviene. MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-50014756556346222992022-11-02T10:49:00.001+01:002022-11-02T10:49:45.755+01:00[Segnalazione] È uscito "Storie del West. Nuova antologia western", il quarto volume dei racconti di farwest.it!<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy4QRuKIJrlNsI5K6tZHPDFAu0cYEHYpYQdLnLAQIQBTUOyUPcapYj5aINa4QfL0Nv6mJYnvklR1w9G6RDVdUQ-tobU99g0dROXdE6w1X-XjTi1v3oQkY0r5cuvRda0eonksDJJFkE0v6GEU4KfOGcX2K7008G0NRj6J2ZRhaBoPg7iTh-kogHmig-/s1179/copertinaintera.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="794" data-original-width="1179" height="432" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy4QRuKIJrlNsI5K6tZHPDFAu0cYEHYpYQdLnLAQIQBTUOyUPcapYj5aINa4QfL0Nv6mJYnvklR1w9G6RDVdUQ-tobU99g0dROXdE6w1X-XjTi1v3oQkY0r5cuvRda0eonksDJJFkE0v6GEU4KfOGcX2K7008G0NRj6J2ZRhaBoPg7iTh-kogHmig-/w640-h432/copertinaintera.jpg" width="640" /></a></div><br />Carissimi lettori, dopo due mesi e mezzo di contest (<a href="https://westerncampfire.blogspot.com/2022/06/quarto-contest-di-scrittura-narrativa.html" target="_blank">che avevo segnalato qui</a>) è uscito il quarto volume dei racconti di farwest.it intitolato <b>STORIE DEL WEST. NUOVA ANTOLOGIA WESTERN</b>.<br />Il volume contiene 15 racconti di scrittori appassionati dell'epopea della Frontiera americana e, come caratteristica anche dei precedenti libri, è un vero arcobaleno di tutte le sfumature del genere: dalla caccia all'uomo alla storia d'amore, passando per i grandi temi del West.<br />La raccolta è stata curata, stavolta, da farwest.it in tandem con Western Campfire, nelle persone, rispettivamente, di Sergio Mura e del sottoscritto. Da parte mia, ho anche realizzato copertina, impaginazione e versione ebook.<br />Il lavoro è stato lungo e certosino e siamo convinti di avervi dato un prodotto che non ha nulla da invidiare a qualsiasi libro disponibile in libreria.<br />Al link che vi includo sotto troverete l'archivio .zip da scaricare, dentro il quale ci sono:<p></p><ol style="text-align: left;"><li>formato PDF per sola lettura su computer, tablet, smartphone e altri supporti digitali</li><li>formato PDF per la stampa, con gli indicatori di taglio dedicati alle copisterie o alle tipografie</li><li>formato ePub per tutti i lettori digitali, gli eReader come i Kobo o, da poco, anche i Kindle</li><li>formato Mobi per i lettori digitali Kindle</li><li>copertina per la stampa (ha la costola con il giusto spessore per il numero di pagine del libro)</li></ol><div>Come vedete, quindi, ce n'è per tutti i gusti e per tutte le esigenze.</div><div><br /></div><div>Link all'articolo su farwest.it e al download: <a href="https://www.farwest.it/?p=33972"><b><span style="color: #0b5394;">https://www.farwest.it/?p=33972</span></b></a></div><div><br /></div><div>Buona lettura e, se potete, fate girare la notizia!</div>MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-47795509601702158062022-09-24T16:58:00.000+02:002022-09-24T16:58:09.221+02:00[Segnalazione] Ancora una serie tv western: "Walker - Independence" è il prequel di Walker Texas Ranger!<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk4Ie6_-kqLeoTapA9JJCP2Bc_Fhdp-dCXBeKoNfmGiINazcf2F4xAbcjt80kCaEVvNU7cF_a2OU6tEI4I4-PvulHaDgdJUM04JZ64fWsfYXClsquIAn3eBvJD312rRcavbCzmZqRO3AzR8eQFQYvD78OS3W-cSnrNfvU0Q-vVaFoSabqJDtAfPfF0/s2000/walkerindependence.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2000" data-original-width="1600" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk4Ie6_-kqLeoTapA9JJCP2Bc_Fhdp-dCXBeKoNfmGiINazcf2F4xAbcjt80kCaEVvNU7cF_a2OU6tEI4I4-PvulHaDgdJUM04JZ64fWsfYXClsquIAn3eBvJD312rRcavbCzmZqRO3AzR8eQFQYvD78OS3W-cSnrNfvU0Q-vVaFoSabqJDtAfPfF0/w320-h400/walkerindependence.jpeg" width="320" /></a></div><br />Come forse tutti sapete, nel 2021 è uscita la serie tv remake di <i>Walker Texas Ranger</i>, il telefilm ormai cult con l'indistruttibile Chuck Norris nel ruolo di Cordell Walker che negli anni 90 spopolò in tv per ben 9 anni e altrettante stagioni. Oggi, evidentemente, il remake ha avuto abbastanza successo di pubblico da richiedere non solo una terza stagione ma anche una specie di spin-off per raccontarne le origini: <b><i>Walker - Independence</i></b>! Sarà quindi un western vero e proprio, come è stato fatto con il telefilm originale che vide due film per la tv in cui Walker viene trasposto nel vecchio West.<br />La novità più succulenta viene dal cast: la protagonista, infatti, sarà <b>Katherine McNamara</b>, giovanissima veterana di serie tv che però non aveva mai messo piede nel West: una novità assolutissima, dunque! Lei, nei panni dell'antenata di Walker, Abby Walker, giungerà ad Independence, cittadina del Texas, per vendicare l'uccisione del marito, ammazzato davanti ai suoi occhi mentre viaggiano verso Ovest. L'arrivo di Abby ad Independence, insieme ad un giovanotto di nome Hoyt Rawlins (Matt Barr) porterà, com'è ovvio, a intrecci tra personaggi più diversi, tutti alla ricerca di qualcosa. Come <a href="https://serial.everyeye.it/notizie/walker-independence-poster-data-uscita-prequel-reboot-walker-texas-ranger-606990.html" target="_blank">ha detto la stessa McNamara</a>, "Non è il western che t'aspetti. Ogni personaggio non è quello che appare. Ha l'atmosfera e la nostalgia di un western ma è una storia moderna, con personaggi che stanno vivendo cose reali che sono davvero affascinanti". Molto interessante, direi!<br /><i>Walker - Independence</i> debutterà negli Stati Uniti il 6 ottobre, mentre in Italia probabilmente seguirà lo stesso iter televisivo di <i>Walker</i>, ossia l'uscita su Italia 1, ma non sappiamo quando.<br />Intanto beccatevi lo splendido poster in alto e il lungo trailer in basso!<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/eOVevaEv014" width="600" youtube-src-id="eOVevaEv014"></iframe></div><br />MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-53799840748825294832022-09-22T15:33:00.000+02:002022-09-22T15:33:51.271+02:00[Segnalazione] L'ennesimo "ritorno" di Django: una serie tv Sky per il 2023<p>Notizia che giunge a sorpresa con l'uscita di un video teaser: Sky manderà in visione, nel corso del prossimo anno, una <b>serie tv western di 10 episodi</b> ispirata al mitico <b>Django</b>, lo spaghetti western girato da Sergio Corbucci nel 1966 e considerato unanimemente un capolavoro del genere.</p><p>Traggo la trama dall'<a href="https://www.ilcineocchio.it/tv/teaser-per-django-serie-sky-rilettura-libera-e-contemporanea/" target="_blank">articolo su Ilcineocchio.it</a>:</p><i>Texas, fine 1800: Django è un cowboy senza ideali alla ricerca della figlia che credeva perduta, ed è seguendo le sue tracce che arriva a New Babylon, una città che si erge sul fondo di un cratere, dove tutti i reietti sono i benvenuti e dove tutti sono uguali e liberi. Qui Django scopre che sua figlia Sarah è viva, ha vent’anni, e sta per sposare John Ellis, il fondatore di New Babylon. Ma, Sarah, che ritiene il padre responsabile della morte della loro famiglia, trucidata molti anni prima mentre lui era in guerra, vuole che Django se ne vada.<br />Ma lui rifiuta di arrendersi e fa di tutto per avere una seconda chance con lei, diventando un alleato prezioso per Ellis mentre si trovano a difendere New Babylon contro la potente Signora di Elmdale, Elizabeth Thurman, impegnata in una personale missione il cui scopo è quello di liberarsi di questa comunità di ladri e peccatori. Tutti i personaggi principali sono legati a loro insaputa da un intreccio di segreti e un passato oscuro destinato a riaffiorare.</i><p>Tuttavia, a giudicare dal video siamo lontani anni luce dal film con Franco Nero, proprio come lontano ne è stato il <i>Django</i> di Tarantino. Non parliamo dunque di remake o di ispirazione perchè qui, anche a leggere la trama, l'unico legame è il nome del personaggio.</p><p>Ad ogni modo, la notizia è sicuramente molto interessante per varie ragioni: in primo luogo un'altra serie western dopo <a href="https://westerncampfire.blogspot.com/2022/09/segnalazione-english-nuovissima-serie.html" target="_blank">la già segnalata <i>The English</i></a> e la spaghetti (ma mai vista qui da noi, nonostante la produzione locale) <i>That Dirty Black Bag</i>, e poi per la presenza della grandissima <b>Noomi Rapace</b>, attrice da action qui per la primissima volta in un western (sembra nel ruolo di cattiva). A far la parte di Django, il protagonista, è <b>Matthias Schoenaerts</b> (mai sentito prima), e nel ruolo di sua figlia Sarah <b>Lisa Vicari</b> (attrice tedesca, anch'essa a me del tutto sconosciuta). La cosa che più mi preoccupa, invece, è la realizzazione italiana (produzione - insieme alla francese Canal+ -, soggetto, sceneggiatura e regia) che per quanto mi riguarda non promette <b>mai</b> nulla di buono. Meno male che il cast attoriale è internazionale!</p><p>Di seguito il teaser-trailer di <i>Django</i>!<br /><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/7zFS2asT7fY" width="600" youtube-src-id="7zFS2asT7fY"></iframe></div><br /><p><br /></p>MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-26833818748725695652022-09-04T15:03:00.003+02:002022-09-04T15:05:36.252+02:00[Segnalazione] "The English", nuovissima serie tv western con Emily Blunt!<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAQZbZnqxCjBn1818aSa2wAVtYTiWAgS4KiWdKPg8u45ZWQLeWjup_LcW_9nk7V9EDvtomJMLD-geKD90cyYnV5vUDICFxRnMYPJbyNmXZPZpMoAPhJzNqjtUGR0Q5SoOcVPRUntiSqu6y_4ZgFkLHH06BszuZjn7IXdtvd6UykMceavKNyUZ5pY6F/s1777/the-english-em.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1777" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgAQZbZnqxCjBn1818aSa2wAVtYTiWAgS4KiWdKPg8u45ZWQLeWjup_LcW_9nk7V9EDvtomJMLD-geKD90cyYnV5vUDICFxRnMYPJbyNmXZPZpMoAPhJzNqjtUGR0Q5SoOcVPRUntiSqu6y_4ZgFkLHH06BszuZjn7IXdtvd6UykMceavKNyUZ5pY6F/w640-h360/the-english-em.jpeg" width="640" /></a></div><br />Nuova faccia nel West cinematografico: l'11 novembre, infatti, debutterà su Amazon Prime Video una nuovissima serie tv western, intitolata <b><i>The English</i></b> e con una delle più brave e affermate attrici di Hollywood: <b>Emily Blunt</b>. L'attrice inglese, appunto, deve proprio interpretare una donna aristocratica d'Albione (Lady Cornelia Locke) che, insieme a un ex scout Pawnee, Eli Whipp (<b>Chaske Spencer</b>), attraverserà gli Stati Uniti del 1890 verso una cittadina del Wyoming, Hoxem, in cerca di vendetta per chi le ha ucciso il figlio. Dopo i tanti ostacoli del viaggio, giunti a destinazione i due personaggi avranno altri problemi da risolvere e, a quanto sembra, capiranno perchè il loro passato li unisce.<p></p><p>Proprio oggi Amazon ha rilasciato il teaser trailer (lo trovate in basso) della serie, che sarà composta da 6 episodi, e che sembra proporre un western molto originale con, magari, qualche spruzzata di horror.</p><p>Speriamo di vederla anche noi in Italia!<br /><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/RBC0JcfulGs" width="500" youtube-src-id="RBC0JcfulGs"></iframe></div><br /><p><br /></p>MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-37883401216222080152022-09-01T12:22:00.000+02:002022-09-01T12:22:03.421+02:00"Black Wood": quando un horror è orrido<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqzBAprBda2JLgd0jVLWpb4fuOREQpwhZd-bVj8thk2MD-Y7YqzoWufbnNCRvUWhuuG20chaP-VK2Vj6jxqiiY8hLPNbjtDkRU4OaMKa-9x8I9vWcG7fp8qpkdDBAwVe9E7H_7vKX48eusKVgDmEP4yaGvr7PNF0-Xf_XlI68RMBKJo4-ThKiFOA2w/s1000/blackwood.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="675" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqzBAprBda2JLgd0jVLWpb4fuOREQpwhZd-bVj8thk2MD-Y7YqzoWufbnNCRvUWhuuG20chaP-VK2Vj6jxqiiY8hLPNbjtDkRU4OaMKa-9x8I9vWcG7fp8qpkdDBAwVe9E7H_7vKX48eusKVgDmEP4yaGvr7PNF0-Xf_XlI68RMBKJo4-ThKiFOA2w/w270-h400/blackwood.jpg" width="270" /></a></div>Di solito gli Stati Uniti sono dei maestri nella realizzazione di film horror, ma stranamente quando si tratta di realizzarne uno che sia anche un western diventano del tutto inabili, e già comunque non ne hanno la minima voglia, visto che i film di questo genere si contano sulle dita di due mani, e quelli dignitosi sono una minima percentuale.<br /><b><i>Black Wood</i></b> fa senz'altro parte della cerchia delle ciofeche immonde, paragonabile - in una scala di valori - ad un film italiano. Chi avrà il coraggio di non prendere a calci il televisore dopo la mezz'ora di visione o è un coraggioso/masochista o semplicemente s'è addormentato.<br />Ma, direte voi, cos'è sto <i>Black Wood</i>? <i>Black Wood</i> è un terribile film western-horror che a modo suo vorrebbe raccontare la leggenda indiana del <b>Wendigo</b> mettendo insieme un'accozzaglia di personaggi (una banda di non si sa cosa, un'indiana, un altro tizio a caso) che per motivi vari (e spesso del tutto assenti, tipo non ho capito perchè l'indiana si trovasse lì) si trovano ad attraversare una foresta che si dice infestata da, appunto, un Wendigo, cioè un uomo-demone cannibale; inutile dire che il mostro li ucciderà barbaramente uno ad uno e bla bla bla.<br />A modo suo la storia ci sarebbe anche (una versione molto diversa della leggenda) ma è portata sullo schermo in modo talmente piatto, talmente monotono e talmente brutto da far scadere anche le cose buone (che comunque non ci sono). Vi svelo un trucco: per capire se un western fa(rà) schifo, guardate le scenografie urbane. Nel 99% dei casi (incluso questo film) saranno posticce, nel senso di strutture rozze e precarie chiaramente di realizzazione moderna e con un appeal e un'atmosfera mai così lontani dal western, tipiche insomma dei film a zero budget. Che infatti poi virano quasi subito (e per fortuna) su ambientazioni esterne. Non che nel caso di <i>Black Wood</i> la cosa cambi: il ritmo soporifero unito ad una suspense orrorifica ben oltre sotto lo zero affossano tutto. Ma proprio tutto. E non finisce mica qui: se quelle viste in <i>Black Wood</i> sono facce da western, io sono un indiano apache; e se quello degli attori è recitare, io sono Marlon Brando (l'unico che si salva è il protagonista principale, Bates Wilder, attore mai sentito prima, eppure ha fatto un buon numero di film tra i quali uno con Jennifer Lawrence): insomma, nulla da invidiare ai film italiani.<br />A completare la torta c'è infine la rappresentazione del Wendigo, che oltre ad essere totalmente avulsa dalla "realtà della leggenda" (o comunque dall'idea che un mostro dovrebbe fare paura, specie in un film horror) è pure patetica e stupida, ancor di più nel momento dello scontro finale (forse la cosa più cringe dell'universo).<br />C'è bisogno che aggiunga altro?<br /><p></p>MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-61885082706934348532022-07-12T11:41:00.001+02:002022-07-12T11:41:50.458+02:00"Ghost Town - La città maledetta" (1988) [recensione]<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0mJ3UFHLKZUa84UEvEu26uazvbYUsLRsf_dY6ZVLFLXCmEtfHK0oxXneFpJhfwKxQpEgsN26gosveEH6dZ_uVdCocI4oyD8wdrMeXEwRuupfWpQ2tGCwEtz8hkxpSJvDd0vQKaOK5zOX4UkS3HSzH4iGVxQI9ZFERTKh12Wkd7nB1QeEMM4hCr2Zc/s1314/ghosttown.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1314" data-original-width="827" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0mJ3UFHLKZUa84UEvEu26uazvbYUsLRsf_dY6ZVLFLXCmEtfHK0oxXneFpJhfwKxQpEgsN26gosveEH6dZ_uVdCocI4oyD8wdrMeXEwRuupfWpQ2tGCwEtz8hkxpSJvDd0vQKaOK5zOX4UkS3HSzH4iGVxQI9ZFERTKh12Wkd7nB1QeEMM4hCr2Zc/w251-h400/ghosttown.jpg" width="251" /></a></div>Mi sono imbattuto in questo sconosciutissimo B-movie (col senno di poi trovo miracoloso che sia stato edito in italiano) mentre cercavo ispirazione per qualche nuovo titolo particolare da vedere. <i><b>Ghost Town</b></i> è forse l’unico film al mondo a coniugare l’horror, il western e il cosiddetto neowestern. E lo fa malissimo, perché alla fine risulta essere un pastrocchio quasi indigeribile. A cominciare dalla storia che ha buchi enormi: il vicesceriffo Langley è alla ricerca di una ragazza scomparsa nel deserto e, appiedato da uno sconosciuto su un cavallo nero, si imbatte in una città fantasma del West dove i fantasmi dei vecchi abitanti sono rimasti intrappolati dalla maledizione di un pistolero chiamato Devlin. Nel peregrinare in mezzo agli edifici fatiscenti, Langley comincia a vedere e ad interagire con i fantasmi dei pionieri (il gambler, il maniscalco, la matrona, lo sceriffo, ecc.) finchè capisce che deve ammazzare Devlin per salvare la ragazza e liberare Cruz de Diablo dalla maledizione. <br />Scritta così la trama potrebbe essere interessante, il problema è che messa su pellicola diventa involontariamente comica. A tratti curioso, ad altri (più numerosi) noioso, <i>Ghost Town</i> vagheggia egli stesso nel limbo tra un B-movie guardabile e una ciofeca indefinibile, propendendo decisamente verso quest’ultima, affossato da una certa lentezza nel dipanarsi della storia, che resta costellata da situazioni da “mah” pur trattandosi di un horror. Il cattivo, poi, spicca tra tutti per essere uno zombi in mezzo a tutti gli abitanti del paese che invece sono “normali” fantasmi! Infine, c’è il “piccolo” dettaglio del trucco per uccidere i “fantasmi” cattivi, introdotto così male e così posticciamente che risulta essere l’unico appiglio per far andare avanti il film (nonché fa rischiare inutilmente la vita al vicesceriffo). <br />Veniamo alle pochissime cose positive: a mani basse vince l’ambientazione, forse la più bella e affascinante città fantasma del West che si sia mai vista persino nei western (devo ancora capire di quale set si tratta, se Old Tucson o un altro…), ben ripresa anche negli interni. Anche le scene prettamente western sono molto buone e in generale interessanti le sparatorie e le parti più movimentate (al netto dei revolver che sparano all’infinito e che si ricordano di scaricarsi solo quando serve per motivi di sceneggiatura) e, stranamente, anche gli effetti speciali sembrano di ottima fattura. Infine, il diamante in mezzo alla sabbia, il chioschetto di acqua e bibite in mezzo all’arido deserto: Laura Schaefer, attrice con soli tre filmetti all’attivo, che d’improvviso sbuca dal nulla per lasciare lo spettatore completamente stupefatto e a bocca aperta, fulminato da una bellezza fuori da ogni logica.MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-84781149249971431752022-07-07T10:14:00.001+02:002022-07-07T10:14:46.411+02:00"Terror on the Prairie" (2022), ossia il western involontariamente ridicomico<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhITfK1Yjv4NdIY3kdxzAJqOHb753ptGcuxbW3CsUUhGUZvSd3bNyRFXQxGfIoHqnr1C065ZNf87FWGODQi64ImDBLC4Qyt8g9GQzABO8OiteTjejIsqfOmVAi1BzxzKGdWmQY2TAo2EW16Qk60ewZ4yQDmGkyJh_zUQoK_sQO8iWqfa2silEPdMX9_/s1000/terrorontheprairie.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="750" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhITfK1Yjv4NdIY3kdxzAJqOHb753ptGcuxbW3CsUUhGUZvSd3bNyRFXQxGfIoHqnr1C065ZNf87FWGODQi64ImDBLC4Qyt8g9GQzABO8OiteTjejIsqfOmVAi1BzxzKGdWmQY2TAo2EW16Qk60ewZ4yQDmGkyJh_zUQoK_sQO8iWqfa2silEPdMX9_/w300-h400/terrorontheprairie.jpg" width="300" /></a></div>Spesso, dopo aver visto film come <b><i>Terror on the Prairie</i></b>, mi chiedo com'è possibile che produttori, sceneggiatori e registi possano produrre simili schifezze. Come fa un produttore, leggendo la sceneggiatura di <i>Terror on the Prairie</i>, a dare l'ok alla realizzazione? E anche ammettendo che in copione il film sembra buono, come fa a non vedere che il prodotto finito è così pessimo che non dovrebbe uscire nemmeno dalla sala di montaggio? Sono tutte domande che rimarranno senza risposta, ma ciò che si vede difficilmente può essere frainteso: <i>Terror on the Prairie</i> è un film ignobile.<br />Sostanzialmente non c'è molto da dire. Già l'esile soggetto (donna assediata da banditi ex confederati in cerca di vendetta contro il marito) potrebbe stare bene a malapena in un cortometraggio: figuriamoci quindi cosa diventa sviluppato in un film di quasi due ore. Ma è proprio la sceneggiatura ad essere fuori da qualsiasi logica: dei personaggi si mostra una cosa e la si lascia lì (il bambino sa sparare, la madre è depressa), i cattivi sono una macchietta, i buoni sono stupidi, scelte totalmente illogiche dei personaggi infarciscono il film e lo rendono ridicolo. La cosa peggiore, che si presenta costante per tutto il film, è proprio quest'ultima: la protagonista, in una situazione in cui la logica e il buonsenso diventano istintivi e non devi stare a cercarli, fa tutto l'opposto, e per tutto il film si trova i nemici chiari e nitidi davanti alla canna del fucile ma non spara MAI (se non una volta sola). Automaticamente le scene diventano patetiche: gente che si muove al rallentatore, tutti sotto il tiro di tutti, e nessuno (NESSUNO) che spara (dando così il tempo, cioè un'eternità, all'avversario di mettersi al riparo) o che colpisca il nemico; case date accidentalmente a fuoco nel tentativo di mandare una segnalazione d'aiuto; e via di questo tenore. Nemmeno nelle Comiche, insomma. Proprio come la scena del marito che di botto, così senza senso, arriva a cavallo nel punto dove viene tenuta prigioniera la moglie e si butta dall'alto sopra uno degli aguzzini così da venire catturato come il pollo che effettivamente è. La scena dell'inseguimento al fiume, poi, farebbe invidia agli sketch di Stanlio e Ollio.<br />Vabbè, lasciamo perdere che è meglio. Ma la protagonista due parole le merita: Gina Carano è una ex lottatrice di arti marziali, forse la più famosa al mondo tra le donne. Ecco, cosa ci azzecca con il western una donna con le spalle larghe tre metri nel ruolo di una pioniera rincoglionita? Certo, come da prassi da pioniera depressa da quella vita diventa in una notte una pistolera giustiziera (senza nessuna giustificazione, se non che da bambina viveva a St. Louis) ma è chiaramente l'antitesi del western. È cosi avulsa dal genere e intrappolata nel suo stesso personaggio di attrice (ha interpretato numerosi film d'azione come tipa d'acciaio) che nella scena finale salta come un grillo pure con un proiettile in pancia (manco una ferita di striscio)!<br />Ma c'è qualcosa che si salva in questo film? Fotografia, paesaggi, armi e costumi fanno una buona impressione, ma anche se si è appassionati di queste cose (come me) non si possono passare due ore solo a guardare quel fucile Henry o come viene usato quello Sharps o contare i colpi di un revolver o notare le fondine, i cappelli, le camicie...<p></p>MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-15605149443386454102022-06-22T18:14:00.001+02:002022-06-22T18:21:54.927+02:00Il giorno dei lunghi fucili (The Hunting Party, 1971)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgExnUYEH5DgElzoahwVUyuBttImPl7bNZmGM7VnBJQQ2wBSe1xzzx6UXV8GSszH8CN7sLe8yXPR1qQLffr-R8N_X48emII5E7RJvWUwTkI1MJuZpshY_oOcTTB1jYK0KT8ax94n2MYmZ3ejyRiLuAU-nBhnTtWjCmCAht9YPchLed8m9QM_VWSYy2A/s1000/ilgiornodeilunghifucili.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="772" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgExnUYEH5DgElzoahwVUyuBttImPl7bNZmGM7VnBJQQ2wBSe1xzzx6UXV8GSszH8CN7sLe8yXPR1qQLffr-R8N_X48emII5E7RJvWUwTkI1MJuZpshY_oOcTTB1jYK0KT8ax94n2MYmZ3ejyRiLuAU-nBhnTtWjCmCAht9YPchLed8m9QM_VWSYy2A/w309-h400/ilgiornodeilunghifucili.jpg" width="309" /></a></div>Tra i western non certo memorabili di Gene Hackman spunta sicuramente <b><i>Il giorno dei lunghi fucili</i></b>, una sorta di storia d'amore tra Melissa (una Candice Berger imbarazzante per quanto è bella), moglie insoddisfatta del sadico ranchero Brandt (Gene Hackman), e Frank (Oliver Reed), bandito in fuga insieme alla sua banda di rapinatori e ladri di bestiame. Quest'ultimo rapisce la donna, maestrina del paese, con lo scopo di farsi insegnare a leggere, ma durante la fuga si innamoreranno mentre Brandt li insegue da lontano con un gruppo di amici cacciatori ansiosi di provare un nuovo tipo di fucile da caccia capace di colpire fino a 800 metri (da qui lo stupido titolo italiano).<br />Il film sembra partire deciso ma senza particolari strombazzamenti però alla lunga finisce per diventare quasi intollerabile per l'estrema dilatazione dei tempi e dei raccordi tra le scene, imbalsamato nelle sue quasi due ore di durata. In sostanza tutta la pellicola si riduce a scene di sparatorie d'enorme violenza dove Brendt e i suoi bersagliano la banda di Frank da lontano, sterminando i fuggiaschi uno per uno, finchè questi non riescono a sganciarsi per ricominciare l'inseguimento fino al prossimo punto di sosta.<br />Più che l'interesse per la storia tra Frank e Melissa, il cui punto decisamente a favore è che non cade mai nel melodramma, ciò che si nota di più ne <i>Il giorno dei lunghi fucili</i> è il fatalismo e soprattutto la violenza, mutuata (insieme alle location delle riprese) dagli spaghetti western che in quegli anni (1971) hanno gli ultimi sussulti a cui si sovrappongono le prime parodie che costituiscono il tramonto del genere. Il fatalismo e la violenza del film, diretto da Don Medford, regista esclusivamente televisivo (solo 3 film per il cinema girati), sono ben evidenti non solo dalle uccisioni e dal carattere di Brandt, che risulta ben peggiore dei fuorilegge a cui dà la caccia, ma dal modo in cui le persone muoiono, con la loro sofferenza sempre in primo piano, e dall'amarissimo finale, che forse è una delle poche cose che funzionano nel film.<br />La storia d'amore, così leggera com'è e su cui dovrebbe ruotare la vicenda dell'intero film, funziona molto bene così come il finale, che effettivamente è la conclusione più coerente rispetto a tutto quello che succede: il film sarebbe dovuto durare una mezz'ora di meno per poter essere più incisivo e soprattutto meno noioso.<p></p>MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-21157924518205356032022-06-18T11:20:00.000+02:002022-06-18T11:20:42.431+02:00L'ora della furia (Firecreek, 1968)<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVurlQIzAg2DGTMpEV8_C3l3p8-OryQ21Cig35wHxTUjlYUK31_Yc9TudzgwdHKU5TKTLhEjC44KjMWmJ_LVNzKDUgK4XktqdBTpfBbFok3fC8285jD5ZtsfezHh2yvxJcYe9CFv7VAd-syEo6vVJ-vV4xmwdaobb-5bIbL3M-eqanr1eHekqob4TM/s1200/loradellafuria.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="795" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVurlQIzAg2DGTMpEV8_C3l3p8-OryQ21Cig35wHxTUjlYUK31_Yc9TudzgwdHKU5TKTLhEjC44KjMWmJ_LVNzKDUgK4XktqdBTpfBbFok3fC8285jD5ZtsfezHh2yvxJcYe9CFv7VAd-syEo6vVJ-vV4xmwdaobb-5bIbL3M-eqanr1eHekqob4TM/w265-h400/loradellafuria.jpg" width="265" /></a></div>Dopo qualche mese torno a recensire un film western e questa volta mi sono buttato su un titolo un po' nascosto e poco conosciuto, anomalo anche per i miei gusti che, come sapete, tendono decisamente più verso l'intrattenimento e l'azione. Il film di cui sto parlando è <b><i>L'ora della furia</i></b> (ma il titolo originale, <i>Firecreek</i>, è decisamente più accattivante) del 1968, diretto dal veterano del genere <b>Vincent McEveety</b> (con dietro un'infinità di regie televisive tra cui <i>Bonanza</i>, <i>Gunsmoke </i>e <i>Alla conquista del West</i>) e interpretato, tra gli altri, dagli altrettanto veterani <b>Henry Fonda</b>, <b>James Stewart</b> e <b>Jack Elam</b>. Questo film piuttosto minore nella filmografia di questi tre giganti è un western psicologico tipico di quegli anni (proprio quando il fenomeno degli spaghetti western era al proprio culmine) e dei decenni precedenti e lascia davvero poco, pochissimo spazio, se non negli ultimi 10-15 minuti, all'azione. In realtà la vicenda della banda di banditi guidata da Fonda, che si ritrova nell'inutile villaggio di Firecreek dove James Stewart è un "mezzo sceriffo" in attesa che partorisca la moglie, fa perno sulla psicologia dei personaggi e sui temi dell'autostima, dei rimpianti/rimorsi, del proprio passato... Firecreek è un villaggio di falliti (come dice il droghiere) e di vigliacchi che nulla fanno per difendersi dai soprusi dei banditi e dal linciaggio di un povero stalliere, l'unico (e il meno probabile) che aveva provato a difendere e difendersi. Le cose sostanzialmente resteranno così se non per Stewart e per la nipote dell'albergatore, che tra intromissioni sentimentali e rispetto di sè, dopo molti schiaffoni presi e tanta autocommiserazione, reagiranno negli ultimi minuti di fuoco del film.<br />In alcune scene fa anche capolino il tipico bigottismo religioso americano ma anche il rifiuto del passato e la vigliaccheria (o la paura?) di chi non è capace di reagire non solo a favore di un innocente umiliato ma neanche verso se stessi.<br /><i>L'ora della furia</i> non è una vicenda alla Northfield o Coffeyville, dove gli abitanti si ribellarono rispettivamente alla banda di Jesse James e a quella dei Dalton prendendoli a fucilate, ma è il climax solo di pochissimi abitanti di Firecreek capaci di un serio esame di coscienza e di rispondere alla chiamata del proprio rispetto.<br />Un film dai tempi dilatati, poco ritmato e abbastanza statico, con alcuni punti dove sembra che la violenza debba scoppiare e invece poi no e la trama è sottilissima, e dove Fonda è purtroppo relegato ad un ruolo che si voleva carismatico ma che poi si rivela un fuoco di paglia e comunque molto poco sfruttato, a differenza di un James Stewart sempre sulla scena e dove il ruolo di pacifico agricoltore (non porta mai la pistola) gli si confà molto di più rispetto a quello di pistolero, bandito o personaggio d'azione in generale, e infatti è proprio lui la faccia "pacifista" e pulita del western americano dagli anni 50 ai 70.<br />Concludono il cast la bellissima e biondissima ex modella Brooke Bundy (qui al suo primo film) e l'altrettanto bionda, ma un po' sbiadita e più vecchia dei suoi 34 anni, Inger Stevens, che purtroppo si suicidò due anni dopo.<p></p>MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5446911754444409039.post-79203076955285300302022-06-10T14:53:00.001+02:002022-06-10T14:55:37.796+02:00Quarto contest di scrittura narrativa SCRITTORI DEL WEST di Farwest.it!<p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhM4zWtpPgfSx9Q-0uMCIZ0M7EphI2LFr7Kqti5gHsu9Xe-yWEC3dE98hQbSG6Hro_6990o0wKhT4HUB9ELH4A--WZktR899KTsTrzIBOB3taIzWj2bfoJ2a2WPaJ08NFVlvh38-1K8k65cb692xZhq6fAKnMe3iLHf7TT-trUzYCtJS_VwYUKUMjUE/s1000/locandinacontest2022.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="707" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhM4zWtpPgfSx9Q-0uMCIZ0M7EphI2LFr7Kqti5gHsu9Xe-yWEC3dE98hQbSG6Hro_6990o0wKhT4HUB9ELH4A--WZktR899KTsTrzIBOB3taIzWj2bfoJ2a2WPaJ08NFVlvh38-1K8k65cb692xZhq6fAKnMe3iLHf7TT-trUzYCtJS_VwYUKUMjUE/w453-h640/locandinacontest2022.jpg" width="453" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Locandina ufficiale del contest realizzata da Mario Raciti</i></td></tr></tbody></table><br />Carissimi lettori di Western Campfire,<br />dal primo luglio Farwest.it varerà il suo quarto contest di scrittori western, dove a tutti gli appassionati di storia della Frontiera americana, di romanzi e di film western, e naturalmente di scrittura, verrà data l'opportunità di partecipare, con un loro racconto, all'antologia che poi uscirà in autunno.<p></p><p>I migliori racconti, infatti, verranno selezionati da Sergio Mura e da me e andranno a formare l'ormai tradizionale raccolta di racconti western di farwest.it, che uscirà in pdf e potrà anche essere stampata e rilegata, visto che, come sempre, verrà fornita anche di copertina originale!</p><p>Non perdete dunque tempo: tirate fuori la tastiera dalla vostra fondina e scrivete il vostro racconto western per farwest.it!</p><p>Di seguito trovate il regolamento ma per qualsiasi richiesta di informazioni potete usare il topic apposito che è stato aperto sul <a href="https://www.farwest.it/new/index.php" target="_blank">forum di farwest.it</a>.</p><br /><b>Il Regolamento.</b><br /><br /><b>• </b>Il racconto dovrà essere rigorosamente western: le ambientazioni dovranno essere quelle del West americano, cioè gli stati a Ovest del fiume Mississippi, compresi il Canada e il nord del Messico; il periodo storico dovrà essere quello tra il 1804 (spedizione di Lewis e Clark) e il 1899, ma, se necessario, potrà essere esteso fino alla Rivoluzione messicana (1910-1920). Sono consentite venature horror, gialle o rosa ma NON fantasy o fantascienza! Se il racconto perviene senza questi indispensabili accorgimenti, verrà automaticamente scartato.<br /><b>• </b>I racconti devono pervenire entro e non oltre il 31 agosto 2022 e a partire dall'1 luglio.<br /><b>• </b>I dattiloscritti devono essere inviati via email a Tex/Mario Raciti (<a href="mailto:marioraciti@gmail.com">marioraciti@gmail.com</a>) oppure a Sergio Mura (<a href="mailto:sergiomura@gmail.com">sergiomura@gmail.com</a> o <a href="mailto:farwest@farwest.it">farwest@farwest.it</a>) già editati e corretti, anche se graficamente da sistemare.<br /><b>• </b>È anche necessario inviare la propria biografia scritta in prima persona e al max 10 righe (in Times corpo 12). Può essere inclusa alla fine del racconto. Se il racconto perviene senza biografia, verrà automaticamente scartato.<br /><b>• </b>Testo in carattere Times New Roman.<br /><b>• </b>Dimensione carattere a 12 pt.<br /><b>• </b>Formato foglio: A4, margini: quelli standard di Word.<br /><b>• </b>Titolo centrato in grassetto, sopra il titolo il nome-cognome dell'autore anch'esso in grassetto.<br /><b>• </b>Giustificazione a sinistra.<br /><b>• </b>Se si è abituati a isolare i paragrafi con segni grafici, usare i tre asterischi centrati e distanziati da uno spazio uno con l'altro: * * * e lasciare una riga di spazio sopra e sotto.<br /><b>• </b>Non lasciate lo spazio di paragrafo dopo l'a-capo: disattivatelo dal vostro word processor (su Word: Impostazioni paragrafo > mettere la spunta a Non aggiungere spazio tra paragrafi dello stesso stile).<br /><b>• </b>Interlinea 1,5 pt.<br /><b>• </b>I dialoghi vanno inseriti tra le caporali « ». Se il racconto perviene senza questo accorgimento, verrà automaticamente scartato.<br /><b>• </b>Il racconto non deve superare le 15 pagine formattate secondo i criteri appena elencati. Per favore, non aggiungere nessuna soluzione grafica di nessun tipo se non necessaria all'interno del racconto.<br /><b>• </b>Un solo racconto per autore.MarioRhttp://www.blogger.com/profile/01614647427637204187noreply@blogger.com0