domenica 4 settembre 2016

"Sons of Bitches" - segnalazione del western-horror svizzero


C’è un interessantissimo progetto in corso, di cui sono appena venuto a conoscenza, che coinvolge il mio amato western-horror. Si tratta di Sons of Bitches, un cortometraggio di produzione europea, per la precisione Svizzera, che ultimamente si è attirato una certa attenzione, vuoi per l’inconsueto crossover di generi, vuoi soprattutto per il fatto che sono gli svizzeri a riproporlo.

Sons of Bitches si presenta subito degno di interesse, almeno da quel poco che finora è trapelato. Da un soggetto di Arnaud Baur e Colin Vettier, l’ultimo ha tratto la sceneggiatura mentre il primo si è messo dietro la macchina da presa. Una troupe che ha accettato di lavorare gratis si è poi riunita e si è cominciato a girare a inizio 2016 fino ad aprile, quando la seconda unità di riprese ha richiesto un appoggio. Con un progetto di crowfunding (chiuso con successo), il produttore Oliver Beguin (non nuovo al western, avendo scritto e diretto, nel 2008, il corto Dead Bones) è riuscito a raccogliere il denaro necessario per completare il corto che a tutt’oggi, a quanto ho potuto capire, è ancora in fase di riprese (si stanno girando gli interni).


In mezzo alla mancanza di dettagli spicca però la sinossi: Sally (interpretata da Sandra Zellweger) è una prostituta in un villaggio di pionieri e trapper del Wisconsin. Un giorno, stanca della sua vita, oppressa dai suoi clienti e intollerante ormai alla violenza che la circonda, decide di fuggire verso una vita diversa, inoltrandosi tra le montagne innevate.

(Sembra anche che porti con sé sua figlia, ma non è chiaro se fugge insieme alla bambina o se lo fa mentre è incinta).

Dice il regista Arnaud Baur: «A differenza di ciò che siamo abituati a vedere nei film western, la prostituzione ai tempi del selvaggio West era una squallida realtà: stupri, dipendenza, depressione e persecuzioni. Con Sons of Bitches l’idea è quella di demistificare quei racconti annacquati e creare un film originale e senza compromessi».


Dalle foto che recentemente sono uscite si nota una certa cura nei dettagli e nella messa in scena, con una delle ambientazioni più affascinanti tra bivacchi, foreste e pianure innevate. Sembra il West, pur essendo molto più vicino a casa nostra: non la Spagna degli spaghetti western ma i dintorni di Neuchatel, in Svizzera. Ma bisogna vedere il resto per poter giudicare adeguatamente.

In Italia, qualche anno fa, abbiamo rivisto un western-horror nelle immagini di Inferno Bianco, il film di Stefano Jacurti ed Emiliano Ferrera; adesso si uniscono al coro anche i nostri vicini svizzeri, con quella che sembra una produzione curata e che suscita non poca curiosità.

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