Nella seconda metà degli anni 70 dell’Ottocento le Black Hills del Dakota erano in fermento per la corsa all’oro che, sotto traccia, le vedeva meta di centinaia di affamati cercatori. La zona, al tempo ancora proprietà degli indiani, era un barile di polvere da sparo la cui miccia era costituita da Deadwood. Questa cittadina sorta in territorio indiano in quattro e quattr’otto è una delle più famose della storia del West per via, ma non solo, della violenza che vi regnava notte e giorno. Ma Deadwood non era infestata solo da bari, prostitute, ladri e tagliagole… Una razza di animale diversa, su quattro zampe, la teneva sotto scacco: i topi. Questi roditori avevano letteralmente inondato le strade fangose e creavano danni ingenti soprattutto ai proprietari degli empori, che dalla notte al giorno si vedevano svuotare sacchi interi di generi alimentari, con una perdita stimata tra i 10 e i 20 dollari al giorno.
Un numero del giugno 1877 del Black Hills Champion testimonia quanto Deadwood avesse bisogno della soluzione più ovvia:
“Ci siamo chiesti spesso come mai alcuni intraprendenti speculatori non abbiano ancora pensato di importare un carico di gatti nelle Black Hills. Un semplice carro da trasporto potrebbe essere sistemato in modo da contenere con sicurezza duecento gatti. Questi gatti si possono trovare, con un costo basso o nullo, in ogni città lungo il corso del fiume Missouri, e qui da noi troverebbero un mercato pronto a riceverli e a pagarli un prezzo medio di dieci dollari ciascuno. Un uomo tanto coraggioso e intelligente da portare un carico di gatti nelle Black Hills potrebbe vantarsi di aver trovato una ricca vena felina”.
Quest’occasione venne presa al volo dal carrettiere Phatty Thompson, che aveva un’impresa di trasporti lungo la tratta Denver-Cheyenne-Black Hills. A Cheyenne, Thompson si fece aiutare da un gruppo di ragazzini a catturare quanti più gatti possibili, pagandoli 25 centesimi ciascuno. Poi costruì un carro apposito per il trasporto, modificando il cassone in una serie di scomparti, vi caricò gatti e cibo e partì alla volta di Deadwood.
Al tempo il viaggio via carro tra Cheyenne e Deadwood richiedeva circa due settimane. Thompson ebbe problemi nell’attraversamento dello Spring Creek, dove il suo carro si impantanò, cadde di fianco e andò in pezzi, liberando tutti i gatti. Recuperarli fu un’impresa non di poco conto. Un po’ con l’aiuto del cibo, un po’ con quello di alcuni generosi cercatori d’oro, Phatty riuscì a recuperare – con una perdita relativa – i felini e ripartire finalmente per Deadwood.
La boomtown si rivelò davvero una miniera per Phatty Thompson. All’arrivo si assicurò l'autorizzazione alla vendita dei gatti direttamente dallo sceriffo Seth Bullock (che nel suo diario scrisse: “Commerciante da Cheyenne con un carro pieno di gatti domestici”) e il giorno dopo riuscì a vendere buona parte dei gatti per circa 10 dollari ciascuno, arrivando anche a 25-30 dollari per alcuni esemplari più “pregiati”. Diversamente da ciò che pensava, i clienti principali di Thompson furono prostitute, che cercavano un animale da compagnia sia per alleviare le loro tristi esistenze sia per liberarle dai fastidiosi ratti che di notte scorazzavano per le stanze impedendogli non solo di dormire ma anche di lavorare. In un primo tempo si pensò anche che il nome “cat house” per indicare i bordelli (e di “cat” per indicare le prostitute) fosse dovuto proprio a questo episodio dei gatti di Deadwood, ma in realtà il termine ha precedenti.
Gli altri clienti di Thompson furono proprietari di magazzini, empori e saloon.
Purtroppo per Phatty, ciò che non riuscì a vendere la prima volta non riuscì a venderlo mai più: la notte dopo i primi profitti qualcuno (forse un amante dei gatti, forse un rivale) liberò i felini dal carro, facendogli perdere buona parte del guadagno. Tuttavia Thompson non se ne andò da Deadwood a mani vuote, riuscendo ad accumulare una cifra che non ci è dato sapere con certezza ma che probabilmente era molto vicina al migliaio di dollari.
Quest’impresa non fu l’unica del genere ma di sicuro fu la più famosa. Successivamente altri avventurieri opportunisti provarono a sfruttare la nuova moda ma questa durò poco: nel 1879 a Deadwood i gatti erano ormai di casa.
Nessun commento:
Posta un commento