A quasi dieci anni dalla scomparsa dell’autore bestseller Michael Crichton, Garzanti porta in libreria, postumo (uscito a gennaio 2018, mentre in America è uscito nel 2017), uno dei suoi primi romanzi, ritrovato tra le sue carte e scritto nel 1974. I cercatori di ossa è considerato il prequel del famosissimo Jurassic Park, anche se più correttamente bisogna dire che semmai è stato d’ispirazione al romanzo per eccellenza sui dinosauri. I cercatori di ossa in realtà è un western puro e semplice, una vera chicca sia perché è l’unico scritto da Crichton (nonostante egli abbia scritto e diretto il film Il mondo dei robot, una sorta di mix tra western e fantascienza), sia perché è rarissimo che un autore di tale calibro (e tali vendite) scriva western.
Per chi però si aspetta un Jurassic Park ambientato nel West, rimarrà deluso. Questo inedito ruota intorno a una spedizione di ricerca che si spinge nel Dakota per cercare e raccogliere fossili di dinosauro, che tuttavia rimarranno sullo sfondo per tutta la durata del romanzo. Due antropologi, Marsh e Cope, si scontreranno e in mezzo ci sarà William Johnson, un ragazzo dell’Est che si troverà catapultato nel West contro la sua volontà e tornerà a casa trasformato.
Il romanzo è una sorta di saggio romanzato, perché si basa su eventi e personaggi (Cope e Marsh) realmente esistiti, e inoltre c’è pure una bibliografia in appendice al libro. Cosa è vero e cosa è fantasia lo indica l’autore stesso nella postfazione ma di sicuro il mix è venuto bene ed è abbastanza avvincente, anche se tutta l’azione è praticamente concentrata nell’ultimo terzo del romanzo.
Tra le pagine di Crichton, che ha uno stile di scrittura anch’esso a metà tra il didascalico e il narrativo, molto asciutto e privo di qualsivoglia elemento letterario, si snodano le spedizioni dei due studiosi, i loro scontri principalmente non fisici e un West ben descritto e rievocato. Ci sono scontri indiani, pistoleri, praterie desolate, bivacchi, sparatorie, assalti alla diligenza e pure la presenza di “eroi” della Frontiera come Wyatt e Morgan Earp e Jack McCall, oltre a numerosi riferimenti a Wild Bill Hickok, Custer e Toro Seduto e in generale accenni ai personaggi dell’epoca.
Di sicuro, dunque, I cercatori d’ossa non è il classico techno-thriller con cui è diventato famoso Crichton, ma un romanzo storico che tuttavia dimostra la conosciuta abilità dell’autore americano nella ricerca e documentazione e nel relativo utilizzo senza appesantire la prosa.
Il romanzo lo consiglio perché è scritto bene, è scorrevolissimo (260 pagine che si leggono in due giorni), interessante e poi perché è una vera chicca di un autore che nessuno pensava potesse scrivere un western.
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