venerdì 10 novembre 2023

"Butcher's Crossing": il secondo western di Nicolas Cage [recensione]

Finalmente, dopo almeno una mezza dozzina di anni in cui se ne è parlato e in cui nel frattempo è stato prodotto, esce (in lingua originale e in streaming) quello che era considerato “il secondo western in contemporanea di Nicolas Cage” (in contemporanea perché girato insieme a The Old Way, uscito mi sembra ad inizio di quest’anno) e cioè Butcher’s Crossing. Questo western è tratto dall’omonimo romanzo (in Italia edito da Fazi e, recentemente, da Mondadori) di John Williams, che ho letto anni fa e che (purtroppo) non ricordo bene (il che non mi permette di fare paragoni con il film, quindi mi limiterò ad esprimere le mie opinioni solo sulla visione del lungometraggio) se non per il fatto che, sostanzialmente, non aveva trama. E proprio questa caratteristica è stata presa pari pari dal regista Gabe Polsky e dagli sceneggiatori per portare su schermo questa storia ambientata nel mondo dei cacciatori di bisonti intorno al 1875. E come si fa, senza una trama, ad arrivare a riempire 100 minuti di pellicola? Semplice: si allunga il brodo. L’introduzione del personaggio principale (il ragazzo proveniente dall’Est) all’interno del gruppo di cacciatori di bisonti (il cui capo è Miller, cioè Nic Cage) è velocissima e subito si viene trasportati nel viaggio di questo piccolo team (composto da quattro uomini in totale) attraverso le praterie del Kansas fino alle montagne del Colorado, dove troveranno un’enorme mandria di bisonti da sterminare. Poco a poco, tra bivacchi e il passare del tempo, si snoda gran parte del film che è principalmente composta da scene di sparo ai poveri animali (con relativa scuoiatura) e scene di tensione davanti al fuoco da campo, con Miller che – folle – vuole ammazzare tutti i bisonti dell’immensa mandria e Fred, uno degli scuoiatori, che vuole tornare indietro prima di rimanere bloccati dalla neve. Cosa che accadrà, con una inevitabile quanto fiacchissima escalation di violenza, fino al disgelo e al ritorno in Kansas, dove a Miller e al ragazzo si rivelerà una brutta sorpresa.
Butcher’s Crossing è un western lento, monotono, con due soli tipi di scena inframmezzati dal punto di vista del ragazzo (con flashback e ricordi spiattellati a mo’ di sogni) e del “trauma” che pare subire alla vista di un insensato sterminio. Un ottimo Cage però non fa propriamente rimpiangere la visione che, anche se ripetitiva, alla fine – sul filo del rasoio – regge alla noia. Un aiuto è dato dalla splendida fotografia, limpidissima, che incornicia gli spettacolari paesaggi del West insieme ad alcune belle sequenze con i bisonti in stile Balla coi lupi.

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