Scrivere degli Apache, e in particolare della loro storia, non è facile, specie se non si è storici con una buona esperienza di ricerca alle spalle. Non è facile per via dei tanti avvenimenti e personaggi che si sono susseguiti, in particolare le varie fughe e rientri dalle riserve di cui è facile perdere il conto, e non è facile per via della strana mentalità degli indiani in quanto tali e che è ben lontana da quella dei bianchi. Eppure Stefano Di Marino (che ormai, qui sul blog, conosciamo bene) ci ha provato. Come egli stesso scrive nell'introduzione, questo suo Apache. Una leggenda americana - che esce per Odoya, lo trovate in libreria già da una settimana - non è inteso come un lavoro storiografico ma è piuttosto una sorta di cavalcata selvaggia nel mondo dei guerrieri del Sudovest e negli eventi più conosciuti della loro storia, dove non c'è molto da interpretare ma piuttosto da raccontare. E in questo Di Marino, forte della sua pluridecennale esperienza, è un maestro. Il suo racconto, come la storia degli Apache, è denso di storie e aneddoti ben calibrati.
Con la prima parte del libro ci introduce alla cultura propria degli Apache: la società, la vita quotidiana ma soprattutto la loro concezione della guerra, con le loro tattiche, le armi, la formazione del guerriero e l'importanza che davano ai riti religiosi, accuratamente e inestricabilmente intrecciati con quelli della guerra. Superstizioni e sforzi fisici non indifferenti erano la base della loro concezione di vita e di combattimento.
La seconda parte del libro è più storica, con la narrazione secca e concisa degli eventi che videro la nascita, l'ascesa e la caduta di questa fiera nazione indiana. Emergono i loro capi, dagli sciamani agli uomini di medicina fino ai veri e propri leader guerrieri: Mangas Coloradas, Juh, Cochise, Victorio, Geronimo e tanti altri... Emergono i loro nemici dell'esercito, i generali e gli ufficiali che li combatterono o anche solo i semplici soldati che diedero spesso la loro vita sul campo di battaglia nel tentativo, spesso vano, di fermare le violentissime scorrerie.
L'ultimo capitolo, infine, è una passeggiata nel mondo dell'intrattenimento a tema apache: Di Marino segnala e consiglia titoli di libri, film e fumetti, per comprendere anche come spesso questi media abbiano forzato la Storia per i fini del sacro fuoco creativo.
Con Apache emerge, in 245 pagine, il volto di un popolo guerriero, spietato e selvaggio. Non un bel volto, comunque. Niente di eroico o romantico, come invece ci è stato tramandato da cinema e letteratura. Un volto che forse non è dettagliato (inevitabile, data la brevità del libro) ma che di sicuro è perlomeno comprensivo di tutto quel che c'è da sapere. In particolare è da apprezzare il focus sugli eventi militari, con descrizioni di battaglie, fughe, sganciamenti, ritirate, agguati fulminei e movimenti delle due parti in guerra, per di più con l'"incomodo" di una seconda pedina, i messicani. Ma la cavalcata di questa più che centenaria storia procede spedita, quasi come in un romanzo. Intrecciate a fotografie d'epoca e immagini di copertine e locandine di film e libri (dalla dubbia scelta grafica della loro presentazione), le parole portano alla luce l'impossibilità di due mondi di venire ad un punto di contatto condiviso, lasciando quindi spazio solo alla violenza, attraverso la quale sarà inevitabile la vittoria di una sola delle parti, mentre l'altra sarà destinata non alla sconfitta ma alla totale sparizione.
Mi sento dunque di consigliare questo nuovo libro di Di Marino, per alcuni motivi: una comprensiva storia degli Apache che, pur ben lungi dall'essere esaustiva (manca, per esempio, la battaglia di Fort Apache seguita agli scontri sul fiume Cibecue), ha il pregio di riportare all'attenzione dei lettori e degli appassionati le vicende della più feroce tribù indiana; l'interessante zoom sul punto di vista militare; e infine uno stile scrittura come sempre piacevole da leggere.
Odoya fa pubblicazioni veramente interessanti, questo volume non fa eccezione. Quasi Quasi per il compleanno di mio padre gli prendo questo libro.
RispondiEliminaL'illustrazione in copertina e bellissima.
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