Stefano Jacurti scrive western ormai da un bel po' di anni. Mi ricordo i suoi primi lavori, pubblicati sul vecchio forum di farwest.it, che poi confluirono in quello splendido gioiellino che è la raccolta di racconti Il baule nella prateria. Queste storie, così come il romanzo Bastardi per stirpe, sono tutte western classici, alcune in stile americano e altre in stile spaghetti-western italiano.
Ma l'interesse di Stefano, evidentemente, va oltre il genere classico, fino ad arrivare alla contaminazione con l'horror. Questa è una cosa che scoprii alla fine del 2006, quando sul forum di farwest.it uscì la notizia che Stefano aveva scritto, prodotto e girato (insieme a Emiliano Ferrera) il film Inferno bianco, un western ambientato tra le nevi dell'Oregon. La particolarità di questo film era la contaminazione del western con venature d'orrore ma, come dice Stefano in un'intervista tv, quello di Inferno bianco è un horror "più pensato, non splatter, più immaginato", che deve qualcosa a L'insaziabile in termini di ispirazione. La vicenda su cui ruota il film è una rivistazione della leggenda del Windigo, il mostro cannibale nella cultura degli indiani d'America. Effettivamente in Inferno bianco la parte del leone, per quanto riguarda l'horror, la fanno l'ambientazione selvaggia e l'atmosfera, probabilmente aiutata anche dal limpido bianco e nero (anche se questo espediente venne deciso per non dare punti di riferimento troppo moderni, come sarebbe accaduto se fosse stato girato a colori). Il Windigo soffia sulle teste dei personaggi mentre questi si scontrano tra di loro in mezzo alla neve, li condiziona e li rende più vulnerabili ai suoi attacchi. Tutto questo gioco d'immaginazione funziona molto bene, rendendo Inferno bianco un film dove "l'horror va a prendere un caffè dal genere western" come spiega Jacurti.
Particolare della copertina del fumetto "Dead in the West" |
E a proposito del forum di farwest.it. Mi ricordo di un topic di Stefano - era l'estate del 2004 - intitolato "Notte a Desperation" e dal sottotitolo evocativo, qualcosa come un western horror con immagini. Si trattava infatti di un raccontino illustrato, dove Stefano aveva inserito ritagli di fumetti per narrare la storia di una banda di fuorilegge - la banda del vaiolo - che era tornata, nel West contemporaneo, dall'inferno per infestare la ghost town di Desperation e divertirsi a modo loro con i turisti che la visitavano in cerca del brivido della Frontiera. Un bel raccontino in prima persona, un incrocio tra Dampyr e Lansdale.
Qualche tempo fa, su Facebook, Stefano ha parlato anche di un lavoro "pionieristico", uno dei suoi primi girati "ufficiali", sempre accanto all'amico Ferrera. Si tratta di Boot Hill, un cortometraggio datato 1998, quindi precedente a Inferno bianco. Io ne so pochissimo di questo film, Stefano stesso ha detto di averlo esclusivamente in videocassetta (un po' sbiadita dal tempo) e di averlo poi trasmesso in tv sul canale romano T9 attraverso il programma "Cortonotte" di Emanuele Carioti. Da quel poco che so, Boot Hill è un western-horror girato in Garfagnana (sul set, poi distrutto, dove venne girato Il mio West di Pieraccioni) e a Capranica Prenestina, dove Stefano interpreta un cacciatore di taglie e alla fine c'è una specie di invasione di zombi. Dalle poche foto e fotogrammi che ho avuto la fortuna di vedere c'era una bellissima ambientazione in un vero villaggio western, interni in un saloon, esterni tra prati, carri abbandonati e cavalli, e pure gli zombi. Se Stefano volesse toglierci qualche curiosità su questa sua opera, è ovviamente il benvenuto, e io mi impegnerò ad aggiornare l'articolo.
Un raro fotogramma del corto Boot Hill. Stefano Jacurti impugna il suo Winchester. Foto gentile concessione di Stefano Jacurti, che ringrazio per la disponibilità. |
Nella letteratura, invece, Stefano ha preferito rimanere fedele al genere classico e solo con il suo ultimo lavoro Western Sex Rock and Horror, ha deciso di portare qualche spruzzata di horror pure tra le pagine stampate. Ne abbiamo conferma leggendo racconti come "Un conto da saldare" e "Un bravo soldato", dove tra l'altro c'è anche la Guerra Civile, di cui Stefano è appassionato studioso; oppure "Picnic a Devil's Hole" dove al western e all'horror si aggiunge anche un pizzico di fantascienza, o ancora "La mia casa è la tua casa" il cui protagonista non si sa bene cosa sia... Se in Inferno bianco l'horror è d'atmosfera piuttosto che platealmente mostrato, in Western Sex Rock and Horror si fa più concreto, assumendo la forma di enormi piovre, zombi e scheletri vivi e vendicativi.
A chi chiede a Stefano il perchè di questa sua passione nell'inserire elementi horror nei suoi western, lui risponde: "Forse perché oltre al western come passione primaria, mi piacciono anche i film dei cugini dell'horror, ma anche quelli della scifi, del mistero… ce ne sono alcuni rimasti nell'immaginario e non solo nel mio. Sono gli altri amori".
Nessun commento:
Posta un commento