Da qualche settimana è uscito, in edizione indipendente e disponibile via Amazon, un romanzo western-horror di un giovane scrittore, Christian Sartirana, intitolato Queho. L'uomo nero dell'ovest. Questo romanzo breve è la storia in versione horror/weird di un personaggio realmente esistito, un mezzosangue che agli inizi del Novecento seminò morti per tutto lo stato del Nevada, fino a fare una morte solitaria in una caverna di qualche canyon. Da contraltare alla versione romanzata c'è pure, in appendice, un breve articolo di Gian Mario Mollar che invece racconta la vera storia di Queho, sconfinando anche in veloci accenni sull'antropologia e la storia dei Giganti, a cui le vicende di Queho sembrano legate.
Ma è naturalmente il romanzo breve il cuore del libro. Un cuore davvero solido e bello pimpante, un sentito omaggio al caro vecchio slasher che è pure abbastanza difficile da trovare nei (comunque rari) crossover narrativi tra western e horror.
Com'è logico, Sartirana diverge in molti punti dalla storia originale di Queho, romanzandola e creando nuovi personaggi, nuovi dettagli e nuovi snodi narrativi (e naturalmente un finale degno). In sostanza, della storia vera di Queho c'è ben poco e l'autore si è potuto sbizzarrire raccontando una storia horror di quelle "vecchio stile" nel senso che è ricca di scene e particolari raccapriccianti, con fiumi e fiumi di sangue, organi e membra che riempiono le pagine e la mente del lettore.
Nella trama molto essenziale - poco altro rispetto a Queho che arriva nel villaggio di White Crow dopo essersi lasciato dietro una scia di morti ammazzati in malo modo - spiccano i bellissimi dialoghi e alcuni personaggi molto interessanti come gli sceriffi di White Crow e Crystal Lake (chiaro riferimento e omaggio al campeggio del film Venerdì 13). Un po' pallidi invece, a mio avviso, quelli che dovrebbero essere i principali, cioè il ranchero e la proprietaria dell'unico saloon del paese. Anche le ambientazioni, pur senza particolari dettagli o guizzi e quindi nella loro essenzialità, sono ben costruite, sebbene in un western a mio parere debbano giocare un ruolo fondamentale.
A rendere il romanzo un chicca è comunque la lettura fluida nonchè alcuni dettagli azzeccati e in particolare quelli tipicamente slasher (come del resto esplicitamente confermato dallo stesso Sartirana, che ha voluto spingere l'horror all'estremo, puntando dunque al gore esplicito) a cui si aggiunge una vena, emersa ancor di più nella parte finale, weird/fantascientifica per spiegare un po' gli strani accadimenti di White Crow e in particolare della vita di Queho.
A corollario di tutto ciò, c'è non solo il bizzarro formato del libro (stretto e lungo) ma anche la scelta dell'autore di alternare capitoli di pura narrazione a capitoli strutturati a mò di sceneggiatura, senza descrizioni dettagliate ma con solo linee di dialogo introdotte dal nome di chi parla.
Consiglio dunque l'acquisto (via Amazon, in ebook o cartaceo, oppure richiedendolo allo stesso autore dal suo profilo Facebook) e la lettura di Queho, non solo per la bella prosa di Sartirana e per i forti dettagli della vicenda ma anche per leggere un western sanguinolento che, all'interno del filone western-horror, è rarissimo da trovare.
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