martedì 7 dicembre 2021

"The Harder They Fall": il western baraccone da circo

Questo film è una cavolata di dimensioni enormi. Una storia di vendetta che se per un western è quasi un canovaccio obbligato, in questo The Harder They Fall ha invece il demerito (uno dei tanti) di trascinarsi per ben due ore e mezza in una noia mortale che alla fine culmina in una di quelle sparatorie infinite stile videogioco che ormai, lo posso dire?, hanno ampiamente rotto le palle quando vengono usate per mascherare la pochezza della trama o, forse ancor peggio, darsi il tono "figo".
In questo western che ha la caratteristica principale di essere all black (cioè interamente interpretato e girato da uomini di colore) c'è una tale messe di cretinate che è impossibile seguirne la visione senza sbadigliare. Mi voglio soffermare un attimo sui dialoghi: io sono un tipo che odia a morte quando nei film (ma anche nella vita reale) i personaggi si danno un tono; qui c'è un'enorme profusione di frasi, battute e linee di dialogo da macho, quelle odiose sparate ad effetto per far vedere a tutti quanto si è fighi, toh, guardami quanto la so lunga sulla vita, sull'amore, su tutto. Oppure quelle battute che al tono aggiungono filosofia spicciola e invece sono solo arie da palloni gonfiati. Il brutto di tutto ciò è che la naturalezza dei discorsi va a farsi benedire perchè è tutto palesemente costruito (e quindi forzato) ad ottenere quella certa battuta macha, così l'unica cosa che si ottiene è un'aria di posticcio pesante come un carro armato.
Alla trama stantia, ai dialoghi insopportabili e ai personaggi "realmente esistiti ma calati in una storia inventata" (come recita più o meno il disclaimer a inizio film) ma che stanno tutti altamente sulle balle, si aggiunge la confezione: una scenografia perfetta per un baraccone circo quale effettivamente è il film: colori improbabili sparati a mille che prendono a cazzotti gli occhi dello spettatore spuntando soprattutto dagli edifici (le cittadine sembrano un arcobaleno) ma anche gli interni, come quelli dei saloon, affastellati di cose, luci e colori inconcepibili. Per non parlare poi del tocco di classe: la cittadina dei bianchi tutta dipinta di bianco! Dai su, facciamo i seri, per cortesia...
La caccia all'uomo del film, in mezzo alla quale si evolve la faida tra due bande di neri, una buona (guidata da Nat Love) e una cattiva (guidata da Rufus Buck, un Idris Elba sprecato in maniera vergognosa), finisce, come abbiamo detto, con una delle sparatorie più esagerate e ridicole del western, degna conclusione di un vero e proprio baraccone da circo.

1 commento:

  1. Hai perfettamente ragione. Io ho resistito 20 minuti, poi non ne ho potuto più. Hanno voluto fare il verso un po' a Tarantino e un po' a Leone, ma sono risultati solo patetici. Ci sono fior di progetti Western che faticano a trovare finanziatori, mi chiedo cosa avesse in testa chi ha finanziato questo, mah...

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