Dopo la Guerra Civile, nel 1865, Josiah “Edge” Hedges, ex soldato unionista, torna a casa, solo per scoprire che il fratello è stato ucciso e la sua fattoria bruciata. Alla ricerca dell’assassino, si ritrova quindi nella piccola cittadina di Hate (in origine Seward), il cui sceriffo è un despota che cerca l’oro dei neri scappati dalla guerra. Tra false piste, agguati e segreti, l’avventura di Edge sarà tutto fuorchè tranquilla.
Bruce Willis incontra Sam Peckinpah: questa frase riassume benissimo che cosa sia Edge, nuova serie western prodotta da Amazon e il cui episodio 0 (il cosidetto pilot) è stato rilasciato in digitale il 5 novembre scorso.
Diretto da Shane Black (Iron Man 3, Kiss Kiss Bang Bang e sceneggiatore della quadrilogia di Arma Letale) e scritto da Fred Drekker, che prende spunto dai romanzi di George G. Gilman, Edge è un pulp western violentissimo che unisce l’azione dei film di Bruce Willis (che non ha mai fatto un western, mannaggia a lui!, a meno di non considerare tale il bellissimo Ancora vivo) con l’atmosfera grottesca ed esagerata del Pronti a morire di Sam Raimi.
Il protagonista è interpretato da Max Martini (Pacific Rim, Colombiana, e numerose serie tv poliziesche), che ci mette la faccia perfetta per il personaggio e la fisicità adatta per l’azione di cui il film (lo chiamiamo così nonostante dovrebbe essere il pilot di una serie, visto che dura un’ora) è pieno. Tra gli antagonisti spiccano un baffuto William Sadler nel ruolo dello sceriffo Big Bill e Beau Knapp nel ruolo di suo figlio Little Bill (impossibile non vederci citazioni da Gli Spietati), due pazzi che cercano l’oro nascosto dagli schiavi neri in fuga e che per questo non esitano ad ammazzare cristiani per i motivi più stupidi e tenere segregata una donna (Pilar, interpretata da Alicja Bachleda). Nota lieta, anzi lietissima, è Yvonne Strahovski (la stupenda Sarah del telefilm Chuck) nel ruolo di un’ambigua prostituta, una presenza assolutamente inedita nel western, e per questo ancora più apprezzata, anche se purtroppo non le viene dedicato molto spazio (speriamo la cosa cambi nei prossimi episodi).
Edge è un sanguinoso, violentissimo ed esagerato western d’azione. E il bello è che è dichiaratamente tale. Regista e sceneggiatore non avevano evidentemente la minima intenzione di fare uno di quei western classici ma piuttosto un miscuglio – ben riuscito, tra l’altro – dei film d’azione anni 80, con una spruzzata di Tarantino e Peckinpah. Nel suo essere una produzione high concept, in Edge mancano i personaggi, nel senso che quelli presenti sono quasi monodimensionali. Almeno in questo primo episodio quasi nulla traspare del loro passato, dei loro comportamenti o delle loro intenzioni, così che tutto è lasciato all’azione e alla trama, che tra l’altro presenta situazioni al limite dell’assurdo (ma anche questo è il bello!). Edge lo vediamo come il classico duro-ma-buono, che parla a fil di labbra e ha due palle così.
Ma Edge è anche più di questo, perché c’è una certa cura nell’ambientazione che dà un tocco di realismo che è sempre l’anima di ogni western: armi, costumi e la ricostruzione della cittadina sono elementi in più alla riuscita del film, in particolare le prime, che svolgono un ruolo importantissimo ai fini dell’azione e della spettacolarità delle scene.
Nel corso dei sessantadue minuti del film non mancano dita amputate, teste che saltano, corpi che esplodono e ogni altra cosa che possa spruzzare sangue, e difatti un avviso a inizio film mette in guardia gli spettatori che ciò che segue “non è adatto a chi soffre di cuore”. Non per niente la scena d’azione principale è tutta un body count, oltre a essere magistralmente girata e manifesto di ciò che è Edge: un purissimo western d’intrattenimento, un Bruce Willis trapiantato nel vecchio West come lo avrebbe girato Sam Peckinpah se fosse ancora vivo.
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