
Il secondo episodio è la storia di una lunga notte di due donne pioniere rimaste intrappolate in casa da una tormenta di neve. Mariel Hemingway va a far visita alla vicina Lisa Pelikan, che è da poco giunta dall’Est ed è convinta che il marito la tradisca con l’ospite. Cade quindi in una febbre delirante, credendo che i lupi assedino la piccola baracca di tronchi. La Hemingway, bellissima e bravissima nella parte di una pioniera forte e coraggiosa, dovrà difendere entrambe da questi presunti lupi… Un racconto intenso, con dialoghi e messa in scena dal sapore teatrale (due personaggi che interagiscono in un unico ambiente), totalmente slegato dalla già quasi invisibile trama del film, ma che riesce a creare un’atmosfera di follia e dubbio, mostrandoci di traverso anche come dovevano patire solitudine e miseria le povere donne dei pionieri.
L’ultimo episodio è senz’altro il più interessante, dove vediamo finalmente Bruce Dern come protagonista. Ucciso un ricercato a cui dava la caccia da giorni, Dern arriva a White Rock solo per scoprire che è una città fantasma e che i suoi quattro abitanti vogliono impedirgli di riscuotere la taglia dell’uomo ucciso, che era anche un loro amico. Quest’episodio rende il film circolare, concludendolo com’era iniziato e così rispondendo a cosa e chi realmente è il personaggio di Dern.
Insomma, Into the Badlands è un tipico western che si fregia dell’horror, anche se di questo genere visivamente c’è ben poco, perché è tutto giocato sull’atmosfera. Il regista in ogni modo ha fatto un lavoro davvero eccellente sia nel riprodurre il vecchio West – attraverso ambientazioni, facce e inquadrature davvero efficaci – sia nel creare tutta un’aria lugubre, sporca, cattiva, un po’ gotica e un po’ malsana, anche un po’ noir per via della voce di Dern fuori campo, a raccontare e commentare i fatti. C’è poi il finale, netto, che oltre a essere un colpo di scena è anche, per quel che rivela, tipicamente horror.
Provate a recuperarlo in rete, visto che, come dicevo, è introvabile in italiano e quasi altrettanto in originale (pur essendo in commercio il dvd, ma da noi non è possibile visionarlo con i lettori dvd tradizionali). La versione che ho visto io era in streaming con i sottotitoli in inglese. Ne vale la pena.
Nessun commento:
Posta un commento