mercoledì 8 dicembre 2021

"Il mio corpo vi seppellirà": una specie di western risorgimentale

Un curioso western siculo-risorgimentale, sulla falsariga del solito Tarantino, è uscito da poco [primi mesi del 2021] sulle piattaforme on demand. Tutto totalmente italiano, quindi non proprio sinonimo di affidabilità, eppure alla fine si rivela un prodotto quantomeno degno di visione.
In un periodo in cui il cinema italiano sta cercando di riscoprire i generi (all'opposto della insopportabile spocchiosità e presunzione del mainstream, un vero e proprio flagello), questo IL MIO CORPO VI SEPPELLIRA' effettivamente è quello che si fa notare con più prepotenza. Nella Sicilia del 1860, quando Garibaldi sta combattendo contro i Borboni per realizzare l'unità d'Italia, un gruppo di banditesse (le Druide) alla macchia combatte per la sopravvivenza contro i cacciatori di briganti, i piemontesi e gli ex borbonici passati al servizio di Vittorio Emanuele.
Sebbene io odi associare il termine western a cose che di western (nel senso più puro del termine: terre occidentali degli Stati Uniti e del Canada tra il 1800 e il 1900 al più tardi + Messico del Nord fino alla Rivoluzione messicana novecentesca) non hanno nemmeno l'ombra, nel caso di questo film oserei dire che l'associazione è abbastanza plausibile (ma in ogni caso, NON è un western) o comunque meno tirata per i capelli. Perchè c'è un po' di tutto di quello che di solito si trova in un western: Colt a tutto spiano (nota: anacronismo becero quando si vogliono fare le cose del genere "perchè le fa Tarantino", le Colt usate nel film sono le Peacemaker del 1873, ossia nate 13 anni DOPO Garibaldi e i suoi Mille), carri da assaltare, agguati, duelli, piste polverose, cavalcate, ma anche i paesaggi selvaggi che sembrano effettivamente i canyon dell’Arizona e che sono molto ben ripresi, specie quelli dai toni rossicci. Ma ci sono anche parallelismi interessanti come l’esercito piemontese in luogo delle giacche blu americane, i briganti come i banditi di frontiera (o anche come gli indiani) costretti a nascondersi in luoghi inaccessibili, i cacciatori di briganti come quelli di taglie, masserie come ranch, e come sfondo una guerra di liberazione per sgomberare le terre dai rivoltosi e far spazio ai nuovi arrivati e al “progresso”. Del resto si è sempre detto che il Risorgimento, e in particolare il brigantaggio, è il Far West italiano, ironia della sorte anche cronologicamente coincidente con quello americano (mentre là si combatteva la guerra civile nord-sud, qui sostanzialmente si faceva la stessa cosa; mentre là si sterminavano gli indiani, qui si faceva lo stesso con i briganti; lo stesso Colt inviò a Garibaldi un carico di revolver e fucili che vennero apprezzati e di conseguenza integrati con un acquisto più corposo: per dire che nel nostro Risorgimento di fu davvero qualcosa del vero West!).
IL MIO CORPO VI SEPPELLIRA’ mostra tutto questo, mostra la ferocia dell’esercito del Nord nella persona di un colonnello dal forte accento piemontese, mostra la sconfitta del Sud nella persona di un soldato borbonico passato al soldo del nemico, mostra il lato ribelle nel gruppo di brigantesse che uccidono, assaltano e rapinano senza fermarsi nemmeno davanti ad una ragazza incinta. E il resto lo mostra nel vero senso del termine: non mancano infatti persone sgozzate, frustate, torturate, con profusione di sangue e violenze di ogni tipo che poco vengono lasciate all’immaginazione. Per questo si sta parlando anche di pulp-western.
Su tutto questo c’è una buona regia e una bellissima fotografia, specie negli esterni ben valorizzati, ma anche un evidente importante lavoro su costumi e scenografie, mentre il montaggio è zoppo (con alcuni punti morti e lentissimi), la sceneggiatura con falle clamorose nei momenti in cui vorrebbe far ridere e infine la classica recitazione all’italiana, ovvero meno che mediocre (per incapacità spicca su tutte la ragazza incinta) sebbene meno peggio di altri film (convincenti in particolare il colonnello sabaudo e il soldato borbonico diventato poi cacciatore di taglie).
L’obiettivo del film ovviamente, come già da qualche tempo accade, è centrato sulle donne, per entrare in quel filone dell’action femminista dove ormai se le donzelle non ammazzano quanto e più di un esercito sembra non si possa più fare un film.

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