È uscito, da circa un mese, il nuovo romanzo di Philipp Meyer (autore di Ruggine americana), intitolato Il figlio (The Son). Un western che, come cita la fascetta nel libro, è un "Bestseller nelle classifiche americane".
La storia che racconta è quella di una famiglia di texani, i cui componenti alternano le loro voci narrando le loro vicende dalla guerra con gli indiani Comanche al boom del petrolio degli inizi del 1900.
L'editore è Einaudi, che si sta dimostrando un'altra casa editrice che non disdegna affatto di pubblicare un buon western (vedi Cormac McCarthy, Elmore Leonard e Joe Lansdale, ma anche il bellissimo - e purtroppo quasi sconosciuto - La tenerezza dei lupi), e soprattutto non disdegna di pubblicarlo nei Supercoralli, bellissimi volumoni rilegati, possenti e dalle copertine sobrie ma impeccabili.
Mi riservo la lettura e, magari, una recensione sul blog. Intanto voi, amici della Frontiera, non mancate di dare il vostro supporto al western comprandolo. È vero, è un libro caro (20 euro) ma se consideriamo fattori come la rarità del western e la cura dell'Einaudi sia nella pubblicazione che nella confezione, allora la spesa ne vale sicuramente la pena, specialmente per un Supercorallo di oltre 500 pagine!
Ecco la sinossi e i dati:
Dalle grandi praterie annerite da immense
mandrie di bisonti, agli smisurati ranch di proprietà di un pugno di
allevatori che regnavano come monarchi assoluti su schiere di vaqueros,
al paesaggio arido e desolato punteggiato dalle torri dei campi
petroliferi, la storia del Texas occidentale è la storia di un
susseguirsi di massacri, la storia di una terra strappata di mano più e
più volte nel corso delle generazioni. E inevitabilmente anche la storia
dei McCullough, pionieri, allevatori e poi petrolieri, è una storia di
massacri e rapine, a partire dal patriarca Eli, rapito dai Comanche in
tenera età e tornato a vivere fra i bianchi alle soglie dell'età adulta,
per diventare infine, sulla pelle dei messicani e grazie ai traffici
illeciti fioriti nel caos della Guerra Civile, un ricchissimo patròn. Ma
se Eli McCullough, pur sognando la wilderness perduta, non esita ad
adattarsi ai tempi nuovi calpestando tutto ciò che ostacola la sua
ascesa, suo figlio Peter sogna invece un futuro diverso, che non sia
quello del petrolio che insozza la terra e spazza via i vecchi stili di
vita, e non può che schierarsi con trepida passione dalla parte delle
vittime. La storia, però, la fanno i vincitori, ed ecco allora Jeanne,
la pronipote di Eli, magnate dell'industria petrolifera in un mondo
ormai irriconoscibile, in cui di bisonti e indiani non c'è più neanche
l'ombra, e i messicani sono stati respinti al di là del Rio Grande...
Philipp Meyer
Il figlio
Einaudi (Supercoralli), 2014, rilegato, 553 pagine - Euro 20,00
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