Quando si parla di Tex Willer, solitamente vengono in mente le grandi storie del suo creatore, Gian Luigi Bonelli, oppure al massimo qualche notevole lavoro grafico di quelli proposti nei Texoni, ma raramente vengono ricordate o prese in considerazione le storie contenute nei MaxiTex o negli Almanacchi del West. Ed è proprio di una storia pubblicata in un Almanacco che voglio parlarvi.
La ballata di Zeke Colter è una breve storia western scritta da Claudio Nizzi. La particolarità di questa storia, oltre alla brevità e al fatto di essere la "capostipite" degli Almanacchi del West, sta nel suo disegnatore: Renzo Calegari. Tecnicamente le matite sono di Stefano Biglia e Luigi Copello, ma è evidente come il lavoro, lo stile e la mano di Calegari prendano il sopravvento.
La storia racconta un'avventura di Tex che, durante una tempesta di neve, viene accolto dal suo amico trapper Zeke Colter. Colter vive da vent'anni in una capanna isolata in mezzo alle montagne, insieme alla moglie indiana Anatra Zoppa. Da qualche tempo ha noia con un gruppo di avventurieri disonesti che lo minacciano, credendo che abbia trovato un giacimento d'oro. Tex risolverà la situazione, ma il cuore della storia non è la trama in sè, quanto tutta l'atmosfera su cui e con cui è costruita, sia narrativamente che graficamente.
Claudio Nizzi regala una delle sue prove migliori su Tex, nonostante la brevità. La storia è una specie di monologo di Zeke, un personaggio rude ma dal cuore d'oro. L'intermezzo dei banditi è una scusa per raccontare del suo incontro con Tex, per raccontare il suo passato e la sua filosofia di vita, di come non abbia mai avuto la febbre dell'oro ma quella delle pellicce, di come le sue stesse prede gli abbiano salvato la vita durante un incontro con i Piedi Neri.
Zeke Colter è un personaggio tra i più riusciti di Nizzi, risoluto e testardo come dovevano essere i trapper e gli uomini delle montagne. Anatra Zoppa è un'altra magnifica aggiunta alla storia, riuscendo a regalare siparietti divertenti con le sue imprecazioni, uniche frasi della lingua dei bianchi che è riuscita ad imparare.
Renzo Calegari rende la storia quasi onirica, con i suoi interni dettagliati, gli esterni innevati e l'uso splendido della mezzatinta per descrivere il flashback di Colter. E' assolutamente incredibile la sua abilità nel raccontare, anzi nel mostrare, il West, la sua natura e i suoi personaggi. L'atmosfera che riesce a evocare con il suo inconfondibile tratto dona alla storia un realismo estremo, usando i contrasti (caldo e freddo, nero e bianco) come punto di forza: sembra insomma di essere dentro quella capanna o fuori in mezzo alla neve, a sentire lo scoppiettio del fuoco o l'aroma dello stufato e delle frittelle di lardo e farina preparati da Anatra Zoppa.
Del resto Calegari è sempre stato un maestro nel rappresentare il West, basti vedere la sua produzione sterminata che riguarda l'epopea della Frontiera americana (Storia del West, Welcome to Springville, Gente di Frontiera, e numerose illustrazioni a tema per le più disparate pubblicazioni).
Peccato che non abbia più avuto modo di disegnare ancora Tex. Il suo ranger è eccezionale, grazie anche al tratto realistico che riesce a dar vita a un personaggio riconoscibile ma allo stesso tempo personale e originale: il suo Tex non somiglia a nessuno mai visto prima ma si vede che è Tex, ed è una cosa che non riesce a tutti i disegnatori, che hanno bisogno di un punto di riferimento (Galep, Ticci, Villa) per costruire il loro ranger.
In conclusione, La ballata di Zeke Colter è un gioiellino che merita di essere riconsiderato: per la sua particolarità, per la sua storia-non storia, ma ancora di più per l'eccezionale prova grafica del maestro del West Renzo Calegari.
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