venerdì 29 maggio 2015

"Shadow on the Sun" di Richard Matheson [recensione]

Visto che il genere western-horror in Italia è a dir poco sconosciuto - se non per qualche notevole colpo di coda, come il bravissimo Luca Barbieri - sono stato costretto a rivolgermi al mercato americano, che di romanzi del genere è pieno, e per non sbagliare ho optato per un autore che finora non mi ha mai deluso: Richard Matheson. Questo perchè Matheson è uno degli scrittori cardine della narrativa orrorifica, che ha scritto almeno un paio di western classici, quindi scegliendo lui ho pensato di andare sul sicuro. Non ci sono riuscito al 100% ma la decisione è valsa la pena. Quindi mi sono procurato Shadow on the Sun e mi sono subito immerso nella lettura.
La trama di questo romanzo breve (poco più di 200 pagine nella versione super-paperback, 177 in quella hardcover) è molto semplice: una sconosciuta creatura indiana semina morti in una piccola cittadina dell’Arizona. Billjohn Finley, agente indiano, deve cercare di fermarla e può farlo solo rivolgendosi agli Apache...
In un West molto ben evocato, Matheson inserisce una novità che non è del tutto orrorifica, o perlomeno che non permette di dare al romanzo l’appellativo di horror: Shadow on the Sun rimane un western con solo una leggera spruzzata di orrorifico, peraltro molto spirituale, in quanto completamente giocata dal punto di vista “sciamanico” degli indiani. Poche le scene gore o splatter, anche se ben descritte, ma buonissimo il dosaggio tra suspense e avanzamento della storia: il racconto prende fin da subito e mantiene la promessa di spingere il lettore a girare pagina.
Il West di Matheson è quello desolato dell’Arizona e il suo aspetto horror è sottolineato dall’atmosfera cupa che l’autore riesce a costruire intorno a Picture City, il piccolo villaggio dove si svolgono molti degli eventi narrati.
Il protagonista Billjohn Finley è tenuto sempre nel classico vaso del revisionismo indiano, per cui ogni dubbio su ciò che succede a Picture City non è mai colpa degli Apache. Alla sua “spalla”, David Boutelle, invece, è riservato il compito del classico “anti indiano”, sempre pronto a scaricare la colpa sui pellerossa. Lo shock di scoprire cadaveri sventrati un po’ in tutta la zona, e la presenza di uno straniero alquanto inquietante in città, è quindi motivo di attrito tra i due, specie alla luce del trattato di pace firmato il giorno prima tra l’esercito e gli Apache... Gli orribili assassinii sono opera degli Apache ribelli? Hanno infranto il trattato appena poche ore dopo averlo firmato? E chi è quello strano uomo con una cicatrice tutta intorno al collo?
Non c’è quasi niente di superfluo in questo libro: Matheson è asciutto e diretto, evocativo con poche parole e chiaro con pochi tratti di penna, anche se in alcuni punti si perde un po’ nella narrazione fine a sè stessa (alcune lungaggini sono palesi, specie nelle pagine in cui descrive gli indiani e i loro rituali). Il suo stile aiuta chi non è abituato a leggere in inglese, perchè oltre alla concisione riesce nella difficile arte di usare parole semplici e costrutti privi di incisi e ghirigori linguistici che rendono la lettura scorrevole e molto facile.
Per cominciare un percorso nel western-horror in lingua inglese, che come ho detto è una miniera (ma necessita di un po’ di ricerca su google per trovare non solo i titoli ma anche quelli che meritano), Shadow on the Sun è una buonissima lettura, tanto più che nel formato tascabile costa sui 6 euro, un ottimo prezzo per un romanzo che, seppur lontano dall’essere perfetto, dà almeno la sicurezza di qualità di un grande della letteratura.

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