venerdì 6 gennaio 2017

Il diario di Nate Champion, la sua morte e la guerra della Contea di Johnson

Nate Champion è, insieme a Ella Watson e James Averill, la vittima più famosa della guerra della Contea di Johnson, quella che è passata alla storia come una delle tante atrocità commesse durante quella sanguinosa battaglia per i pascoli.
Era il 9 aprile 1892 quando un gruppo di circa cinquanta uomini, attraverso una foschia di neve, giunse al KC Ranch di John Nolan, dove Champion e Nick Rae, un suo amico, erano alloggiati. Quel numeroso gruppo di uomini era armato fino ai denti ed era composto da pistoleri e assassini prezzolati venuti dal Texas e dai più grandi allevatori di bestiame della zona. Poco tempo prima questi ultimi, forti della loro associazione nella Wyoming Stock Growers Association, avevano deciso di spazzare via definitivamente i razziatori di mandrie. Tutto era cominciato quando il Wyoming, e in particolare la Contea di Johnson, iniziò ad attirare nuovi coloni. Questi nuovi arrivati – alcuni allevatori, altri agricoltori – cominciarono subito a far storcere il naso ai grandi proprietari che, nonostante avessero il dominio (spesso illegale) dei migliori pascoli e delle fonti d’acqua, ritennero gli immigrati usurpatori di terre e soprattutto ladri di bestiame. Seguirono anni di uccisioni di poveri coloni (molti erano difatti innocenti e morirono molto male per mano dei “fanatici dei pascoli”), di ritorsioni e di organizzazioni atte a fermare queste violenze. Nel 1892 si giunse infine alla decisione di uccidere tutti i presunti razziatori e l’Associazione degli allevatori – che comprendeva tutti i boss della Contea – stilò una lista di ricercati che dovevano essere fatti fuori senza se e senza ma. I boss mandarono i loro uomini di fiducia in Texas, ad ingaggiare assassini, e ne riunirono una ventina. Prepararono un treno intero, lo stiparono di armi, cavalli, dinamite, stricnina e munizioni e partirono in direzione di Casper, da cui poi si sparpagliarono per la zona.

Il gruppo che assalì Champion

La sera del 7 aprile 1892 erano di base al ranch del senatore John Tinsdale da cui poi ripartirono per dare la caccia a Champion.
Nate Champion era un cowboy texano che si era trasferito in Wyoming dove, al tempo dei fatti, aveva recintato un suo pezzo di terra. I grandi allevatori lo ritenevano un ladro di bestiame ma per la maggior parte degli abitanti della Contea Champion era un onesto lavoratore e molto bravo nel suo mestiere. Fondò la Northern Wyoming Farmers and Stock Growers’ Association per combattere i grandi proprietari terrieri e ciò ovviamente non lo mise in una buona posizione. Secondo molti, il suo nome era uno dei primi nella lista dei ricercati che la Wyoming Stock Growers Association distribuì ai suoi sicari.
Ciò che successe quel giorno è riportato nel tragico e brevissimo diario che il cowboy scrisse durante quei concitati momenti. Eccolo di seguito (tratto dal famoso libro Banditti of the Plains, di Asa Mercer, che fu un testimone di tutti questi eventi e di molti altri).

Presunta foto di Nate Champion

Io e Nick stavamo facendo colazione quando l’attacco è iniziato. Con noi c’erano due uomini, Bill Jones e un altro. Il vecchio è andato a prendere dell’acqua e non è più tornato. Il suo amico è andato a vedere perché e nemmeno lui è tornato. Nick ha fatto per uscire e io gli ho detto di stare attento perché pensavo che ci fosse qualcuno nella stalla e non li avrebbe [i due uomini] lasciati tornare indietro. Hanno sparato a Nick, ma non è ancora morto. Sta male da cani. Devo andare e prendermi cura di lui.

Sono passate circa due ore dal primo sparo. Nick è ancora vivo e quelli sono ancora intorno alla casa e continuano a sparare. Ragazzi, qui le pallottole piovono come grandine. Quei tizi sono posizionati in modo che non posso colpirli. Sparano dalla stalla, dal fiume e dal retro della casa. Nick è morto, intorno alle 9. Ho visto del fumo provenire dalla stalla, penso abbiano acceso un fuoco. Non credo proprio abbiano intenzione di lasciarmi andare.

È quasi mezzogiorno. C’è ancora qualcuno nella stalla. Stanno buttando una corda verso la porta e la tirano indietro. Immagino vogliano attirarmi fuori. Vorrei che quel gallinaccio si sporgesse un po’ di più così posso sparargli. Ragazzi, non so cosa ne abbiano fatto di quei due uomini che erano con noi la notte scorsa. Ragazzi, mi sento molto solo adesso. Vorrei che ci fosse qualcuno qui con me, così potremmo tenere d’occhio tutti i lati. Magari potessi beccarne qualcuno prima che se ne vadano. Sono circa le 3 adesso. Un uomo su un carro e un altro a cavallo sono appena passati. Quelli gli hanno sparato addosso mentre fuggivano. Non so se li abbiano uccisi. Vedo parecchi uomini sull’altro lato del fiume salire a cavallo e inseguirli. Ho appena sparato all’uomo nella stalla, non so se l’ho colpito oppure no. Devo andare e controllare di nuovo. Non sembra ci siano molte probabilità di scappare. Vedo dodici o quindici uomini. Uno assomiglia a [nome cancellato]. Non so se è lui o no. Spero non abbiano preso quei tizi che sono scappati attraverso il ponte verso [il ranch di] Smith. Adesso stanno sparando sulla casa. Se avessi un binocolo credo che potrei riconoscere alcuni di quegli uomini. Stanno tornando. Devo andare a vedere.

Bene, stanno mitragliando la casa come grandine. Li sento spaccare della legna. Immagino vogliono incendiare la casa stanotte. Penso che mi prenderò una pausa quando si farà notte, se sarò ancora vivo. Sparano ancora. Penso daranno fuoco alla casa stavolta. Non si è ancora fatto buio. La casa è in fiamme. Arrivederci, ragazzi, se mai ci rivedremo ancora.

NATHAN D. CHAMPION

Imprigionato dal fuoco, Champion tentò la sortita. Uscì correndo, con le sole calze, un Winchester in mano e una pistola infilata nei pantaloni. Quando gli assedianti lo videro, aprirono il fuoco. Champion fu crivellato con trenta proiettili, quasi tutti al cuore. I suoi assassini gli tolsero le armi e gli frugarono nelle tasche, dove trovarono i fogli del diario macchiati di sangue e bucherellati dalle pallottole. Secondo Wayne Gard (Frontier Justice, University of Oklahoma Press), il nome che cancellarono era quello di Frank Canton (che guidava il gruppo insieme al maggiore Wolcott). Alla fine attaccarono un avviso sul corpo martoriato di Champion: LADRI DI BESTIAME, STATE ATTENTI! e ripartirono verso la loro base.
Quello che successe dopo, e come venne conclusa la guerra della Contea di Johnson, richiederebbe un pezzo a parte. Basti sapere che gli uomini che Champion vide fuggire attraverso il ponte innescarono quella che sarebbe diventata la battaglia finale. Informarono le autorità di quel che stava accadendo al KC Ranch e presto si mise in modo la rappresaglia di tutti quelli che ne avevano avuto abbastanza dei soprusi e delle violenze dei grandi allevatori. La legge si organizzò e si mise all’inseguimento di Canton e del suo gruppo, che si erano asserragliati nel ranch di uno dei loro conniventi, e così le parti si invertirono e gli assedianti divennero assediati. Nel frattempo dispacci, telegrammi e lettere fioccavano tra governatori, senatori, presidenti e sceriffi e infine tutta la faccenda venne chiusa dall’esercito, che arrestò Canton, Wolcott e i loro accoliti e li rinchiuse a Fort Russell (tranne Wolcott, Tisdale e altri, che furono rilasciati sulla parola).
Il processo finì male per la giustizia.

2 commenti:

  1. Buongiorno
    Molto interessante !!!!+++
    Grazie mille

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    1. Grazie a te per il commento! Buona cavalcata su Western Campfire, e torna a trovarmi!

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