sabato 31 gennaio 2015

"C'era una volta il West (ma c'ero anch'io)" di Sergio Donati

La casa editrice Omero è un piccolo editore romano che pubblica principalmente manuali di scrittura e sceneggiatura. Mi è già capitato, in altri lidi, di esprimere apprezzamento per i suoi lavori e stavolta mi tocca... bissare i complimenti, scrivendo due righe di recensione per C’era una volta il West (ma c’ero anch’io). Questo libretto, di dimensioni tascabili e di poco più di cento pagine, è il diario di Sergio Donati, grande sceneggiatore di cinema di genere che negli anni Sessanta e Settanta mise la sua firma (ma spesso solo il suo lavoro, senza nessun riconoscimento ufficiale) su un bel po’ di film ormai cult tra gli amanti dello spaghetti western. A noi, appunto, interessa qui solo la sua produzione western quindi questo libretto è proprio quello che fa per noi.
Con uno stile frizzante, Donati racconta, nella prima parte del volumetto, il suo rapporto di amore-odio con Sergio Leone: da quando il grande regista lo chiamò per offrirgli di metter mano alla sceneggiatura di Per un pugno di dollari a quando l’idillio tra i due finì - non proprio amichevolmente - con il copione di Giù la testa, con un breve colpo di coda a fine anni Ottanta per la produzione di un serial western che poi non andò in porto.
Nelle “memorie” di Donati (che, non vorrei essere frainteso, è ancora vivo) si leggono le mille e più sfide che Leone cercava di portare avanti, i battibecchi tra i due, le lunghissime sessioni in sala montaggio, i giorni sul set, ma soprattutto il travagliato lavoro di ogni sceneggiatura (che spesso non era Donati a scrivere) e i successivi ritocchi o, meglio, riscritture (che toccavano a Donati). Solo da C’era una volta il West il lavoro di Donati venne riconosciuto ufficialmente ma tutti i precedenti western di Leone - tranne il primo - furono da lui riscritti su sceneggiature di altri e per questo non riconosciuti nei titoli di coda.
Tra i racconti del suo rapporto con Leone spuntano però anche i ritratti di altri grandissimi del cinema, come Clint Eastwood, Lee Van Cleef, Eli Wallach, Rod Steiger, Charles Bronson, Henry Fonda, Jason Robards, i western scritti per l’ennesimo Sergio (Sollima), i viaggi negli USA per trovare il cast dei film e sistemare il doppiaggio, i vizi e i pregi degli attori...
Nella seconda parte, Donati butta giù degli schizzi di personaggi famosi e di aneddoti del cinema non propriamente legati al western, ma che sono una bellissima testimonianza di un mondo e di un lavoro la cui unica certezza è che non è certo così bello come sembra.
A impreziosire ancor di più il libro, e a fargli perdonare la brevità (leggendolo scoprirete che vorreste non finisse mai), ci sono alcune pagine di sceneggiatura di C’era una volta il West e alcune pagine del trattamento di Mi faccio una pistola, film che poi divenne Il giocattolo per la regia di Giulio Montaldo.
Insomma, per chi ama lo spaghetti western C’era una volta il West (ma c’ero anch’io) è una bellissima testimonianza di un’epoca d’oro del cinema, non solo italiano e non solo western.

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