domenica 31 gennaio 2016

Un pensiero sulle donne del West

Quanto era dura la vita per le donne del West? Di sicuro più di quella degli uomini. Lavare, cucinare, crescere i figli, lavorare i campi, raccogliere il letame secco, curare la casa, fare il sapone, raccogliere le uova, mungere le mucche, tagliare la legna, seminare il grano, andare al fiume a prendere l'acqua, tenere d'occhio la stufa, lottare contro la sporcizia, la polvere, i parassiti, sopportare il silenzio della prateria, l'isolamento e il freddo della montagna, il vento della pianura, il caldo del deserto, la solitudine, dimenticare gli agi anche quelli più semplici, i parenti all'Est, la compagnia umana, sopravvivere giorno per giorno.
Quante resistettero al lungo viaggio dall'Est, sopra carri scassati e cigolanti e con pochi stracci? Quante mescolarono stufati sui fuochi dei bivacchi, mentre le guide perlustravano la pianura? Quante seppellirono i loro cari lungo la pista polverosa? Quante piansero a buttare dal carro i ricordi di una vita, che rallentavano il viaggio e sfinivano le bestie? Quante sentirono le labbra spaccate e la lingua secca per mancanza di acqua? Quante, arrivate a destinazione, si pentirono di tutto vedendo la loro casa di terra nuda, nel silenzio e nello spazio del West?
 


Quante impazzirono? Quante morirono di parto? Quante sopportarono la perdita di figli, anche uno dietro l'altro? Quante, invece, non si ripresero, lasciando al vento della prateria l'anima e la ragione? Quante videro, al pari degli uomini, i raccolti distrutti da grandine, neve, cavallette, incendi della prateria, uragani, animali selvatici? Quante ferite dovettero ricucire, gambe e braccia spezzati immobilizzare, raffreddori, diarree, febbri, polmoniti, mal di gola curare? E quante ne dovettero affrontare, magari senza potersi permettere di riposare anche solo un paio d'ore? Quante si rialzarono per tornare a lavorare un'ora dopo aver partorito? Quante seppellirono figli, fratelli o mariti sotto un solitario albero della prateria?
Quante ingoiarono amaro nel vedere il marito curare con più affetto una vacca malata, pur sapendo che - giusto o sbagliato - era la cosa migliore da fare? Quante pensarono di essere fortunate quando i mariti al ritorno dal villaggio più vicino gli portavano un metro di stoffa, una saponetta profumata, uno specchio nuovo, un nastrino per i capelli, un gomitolo di filo da cucito, forse addirittura un vestito o un paio di scarpe nuove?

Quante saltarono sui letti insieme a cowboy, banditi, sceriffi, bottegai, taglialegna, minatori, operai della ferrovia, giocatori d'azzardo? Quante videro sfiorire la loro bellezza dalle case più belle ai tuguri dei vicoli più sporchi? Quante si uccisero prima di arrivarci? Quante sentirono le mani callose degli uomini della Frontiera rompergli il naso, uno zigomo, un dente o forse un braccio? Quante riuscirono ad usare le piccole Derringer che nascondevano nelle calze? Quante si innamorarono di timidi cowboy lontani centinaia di miglia da casa? Quante subirono soprusi e violenze fisiche e mentali dai loro "protettori"? Quante torturarono i loro corpi imbottendosi di laudano?
Quante ricevettero qualcosa pari a quello che avevano speso in termini di energia, salute, vita sociale?
Quanto di loro c'è nella conquista del West e nella nascita e crescita degli Stati Uniti?

2 commenti:

  1. 'Quante impazzirono? Quante morirono di parto? Quante sopportarono la perdita di figli, anche uno dietro l'altro? Quante, invece, non si ripresero, lasciando al vento della prateria l'anima e la ragione?'. Mi ha fatto subito venire in mente lo splendido, ma non ancora distribuito in Italia, film di Tommy Lee Jones 'The Homesman'.

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    1. Quel film ha il pregio proprio di focalizzarsi sulla vita reale delle donne del West. Forse nessun altro film l'ha mai fatto negli stessi realistici termini.
      Grazie per il commento.

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