lunedì 5 aprile 2021

"Pianure lontane" e "La casa sul fiume del vento" di Domenico Rizzi [recensione]

Che Domenico Rizzi sia uno dei migliori autori western italiani è una verità che non può essere messa in discussione. Spaziando tranquillamente tra Storia e narrativa, l'autore lombardo ha all'attivo un bel numero di libri legati al tema della Frontiera, dalla figura di George Custer fino alla sparatoria dell'OK Corral e alla battaglia di Little Big Horn, passando per gli indiani, i soldati e il cinema. Nella narrativa, invece, spiccano due libri su tutti, due raccolte di racconti che trasudano West da ogni pagina: Pianure lontane (2009) e La casa sul fiume del vento (2015), pubblicati rispettivamente da Fabrizio Filios e da Parallelo45.


Prima di leggere Pianure lontane ho avuto la malaugurata e sfortunata idea di comprare e leggere L'ultimo serpente, raccoltina di racconti western di A. B. Guthrie, uno dei libri più brutti e insulsi che mi sia mai capitato tra le mani (e che eviterò di recensire perchè non merita nemmeno una recensione negativa). Ebbene, in confronto a questo, Pianure lontane è di un altro pianeta. Tanto pallido, inutile e tutt'altro che western il primo, quanto ricchissimo, vitale e purissimamente western quello di Domenico. Un confronto impietoso, insomma.
Nelle cinque storie che compongono Pianure lontane c'è davvero aria di vecchio West, c'è quell'atmosfera che ti fa respirare a pieni polmoni l'aria delle praterie, dei deserti del Messico e dell'Arizona, delle foreste dove trapper e indiani lottano all'ultimo sangue, delle polverose cittadine abbandonate... Ma c'è anche l'umanità che caratterizza i personaggi, ma non (o perlomeno non soltanto) nel senso positivo del termine ma anche in quello negativo perchè nei racconti di Rizzi non mancano gli assassini, gli stupratori, i pistoleri senza scrupoli, gli indiani ladri di cavalli e gli indiani fuggiaschi e torturatori. Ma come ben dice la quarta di copertina, per ogni personaggio positivo c'è sempre la speranza di una nuova vita al di là dell'orizzonte, o della prossima collina o montagna, o oltre il prossimo fiume. Dopo aver affrontato le loro battaglie, uomini come John Ryan del racconto "Sonora" o Caleb Kingsley di "Old Bessie" dovranno scegliere il loro nuovo percorso, ma sempre nel West, sempre cavalcando verso il sole che tramonta.
In Pianure lontane le vicende di fantasia si intrecciano con quelle storiche che fanno da sfondo, compresi personaggi realmente esistiti o da cui l'autore ha preso spunto (come nel racconto "Indiano bianco"). I personaggi di Rizzi si muovono tra gli alberi e i fiumi alla ricerca di indiani, come in "Pianure lontane"; nei deserti al confine messicano, tra Apache, guerriglieri e rurales come in "Sonora" e in "Nahilzay"; in un piccolo e polveroso villaggio semiabbandonato come in "Old Bessie"; oppure ritornano traumaticamente al loro mondo originario dopo anni di prigionia come in "Indiano bianco". L'unica cosa certa è che devono combattere e lo fanno a colpi di pistola o di fucile o all'arma bianca, perchè in queste storie c'è anche tanta azione e tanta polvere sollevata dai cavalli in fuga.

Nella Casa sul fiume del vento, invece, grande spazio è riservato alle donne e meno all'azione. Nei sette
racconti che compongono la raccolta, Rizzi si sofferma sui pensieri e sui sentimenti dei personaggi, dove appunto la donna ha spesso il ruolo primario. Una schiava nera in fuga negli ultimi giorni della guerra civile, una banditessa diversa dal solito, una donna rapita dagli indiani in bilico tra i due mondi, tre sorelle con un brutto passato, una prostituta rimasta isolata in una ghost town, una ragazza affascinata da un evaso che vuole ucciderne il padre e un'altra rosa dalla gelosia al punto da sparare all'ex fidanzato. Ma naturalmente ci sono anche gli uomini, che amano e ammazzano, che guidano la storia ma rimangono affascinati dalle loro controparti (una delle storie, la prima, che dà anche il titolo al libro, è il seguito del primo racconto di Pianure lontane, dove si rivede Isaac Ellis). Non c'è nessun eroe, nessun personaggio passato alla storia, ma solo uomini e donne comuni alle prese con le sfide beffarde del destino: pionieri, scout, soldati, schiave, pistoleri, contadini, ballerine da saloon, donne colone, sbandati dalla guerra civile...
Un affresco della vita nel West e dei suoi pericoli, un viaggio con le donne come filo conduttore e tante vicende dove bisogna sporcarsi le mani piuttosto che farsi trascinare dagli eventi e soccombere.

Consiglio caldamente questi due libri, in particolare La casa sul fiume del vento che è facilmente reperibile e in catalogo (lo trovate su Ibs e Libreriauniversitaria, ma in ogni caso è disponibile anche in Ebook), mentre invece Pianure lontane è ormai fuori stampa per via della chiusura dell'editore. Sono entrambi libri perfetti per entrare nel mondo del West!

1 commento:

  1. Ho letto La casa sul fiume del vento e l'ho trovato molto buono.
    Mi piacciono molto anche le storie sulle guerre indiane del XIX secolo. Raccomando questo sito che ne parla nel suo blog: https://tana-dei-cowboys.com/ (specialmente little big horn)

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